Matteo, folgorato in cantiere perse braccio: “Si lavora per vivere non per morire”
L’appello per Coronavirus: “Sicurezza al primo posto, parti siano unite solo così si vince”
(Roma). “Mi sono tatuato sul petto il mio motto: ‘Si lavora per vivere e non per morire’. Oggi è la giornata mondiale della salute e della sicurezza sul lavoro, questo mio motto sia ancora più veritiero”, questo è i messaggio di Matteo Mondini, 38 anni, di Cesano Maderno (MB), vittima di un incidente su lavoro. “Il 22 ottobre 2010 sono rimasto folgorato con la corrente elettrica perché nel luogo dove stavo lavorando mancava il salvavita”, racconta. Dopo “35 interventi chirurgici e un pacemaker cardiaco” è arrivata anche l’amputazione del braccio destro. Ma “mi sono rimboccato la manica. – dice ridendo -ho perso un braccio ma non il sorriso. E ho iniziato la mia missione: portare nelle aziende e nelle scuole la cultura della sicurezza”. Sull’emergenza Coronavirus fa un appello: “La salute e la sicurezza dei lavoratori venga messa al primo posto. Non è tempo di polemiche, è tempo di unirsi tutti insieme i vari attori e trovare soluzioni. Solo uniti si vince”, conclude. (Roberta Benvenuto/alanews)
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