Categories: Cronaca

Modena, micro telefoni in carcere: arrestato un agente, sorpreso in flagranza insieme a un detenuto

Un agente della polizia penitenziaria di 28 anni e un detenuto di 42 sono stati arrestati in flagranza di reato nel carcere di Sant’Anna a Modena per l’introduzione illecita e non consentita di micro telefonini nella casa circondariale. Indagati per accesso indebito e corruzione aggravata, i due avevano un accordo corruttivo. Durante perquisizioni, sono stati sequestrati 6 dispositivi. Il detenuto stava scontando una pena di 12 anni per reati vari. La convalida dell’arresto avverrà prossimamente.

Un recente episodio di corruzione all’interno della casa circondariale di Sant’Anna a Modena ha portato all’arresto di un agente della polizia penitenziaria di 28 anni e di un detenuto di 42. L’operazione, avvenuta oggi, martedì 15 aprile 2025, è stata condotta dalla polizia di Stato e dalla polizia penitenziaria, rivelando un sistema di introduzione illecita di micro telefoni cellulari nel carcere. Entrambi gli arrestati sono accusati di accesso indebito a dispositivi di comunicazione da parte di detenuti e di corruzione aggravata.

Indagini e scoperte

Le indagini sono state avviate dopo che il comandante della polizia penitenziaria ha segnalato il ritrovamento di un telefono cellulare durante una perquisizione nella cella di un detenuto. Questo ha innescato un’inchiesta coordinata dalla Procura di Modena, che ha messo in luce un accordo corruttivo tra l’agente e il detenuto. Secondo le informazioni raccolte, l’agente introduceva micro telefoni in carcere in cambio di denaro.

Sequestri e perquisizioni

Durante l’intervento, le forze dell’ordine hanno sequestrato all’interno della cella del detenuto arrestato quattro micro cellulari, le cui dimensioni erano simili a quelle di un comune accendino. Inoltre, durante una perquisizione dell’auto dell’agente, sono stati rinvenuti altri due micro telefoni dello stesso modello. Questo operato ha portato a tre ulteriori perquisizioni nelle abitazioni di altri indagati coinvolti nel caso di corruzione, eseguite con la collaborazione della squadra mobile di Bologna e dei commissariati di Napoli Scampia e Giugliano.

Conseguenze e riflessioni

Il detenuto coinvolto, già in carcere per una condanna di dodici anni e mezzo per reati legati a droga, rapina e truffa, ha una fine pena prevista per il 2027. Gli arrestati compariranno nelle prossime ore davanti al giudice per l’udienza di convalida. Le autorità continuano a indagare per accertare eventuali ulteriori complici nel sistema di corruzione scoperto. Questa vicenda non solo solleva interrogativi sulla sicurezza all’interno delle strutture penitenziarie, ma evidenzia anche le dinamiche di corruzione che possono minare l’integrità del sistema penale.

Redazione

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