Polizia | Pixabay @abile - alanews.it
Maxi operazione anticamorra dei carabinieri contro due clan, Troncone e Frizziero, coinvolti in attività illecite come estorsioni e spaccio. Eseguiti 15 arresti e 6 domiciliari. L’indagine, coordinata dalla DDA, ha rivelato una rete di parcheggiatori abusivi e contrabbando
L’operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli ha segnato un’importante svolta nella lotta contro la criminalità organizzata. All’alba, è scattato un maxi blitz contro due clan mafiosi, i Troncone e i Frizziero, operanti nel capoluogo partenopeo. Questa azione, sollecitata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ha portato all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di 24 indagati, accusati di gravi reati come traffico di droga, estorsioni, detenzione di armi e contrabbando di sigarette.
Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri e coordinate dalla DDA, hanno portato all’arresto di 15 persone e alla detenzione domiciliare di altre sei. Tra i destinatari delle misure cautelari ci sono i vertici dei clan coinvolti. Inoltre, sono state emesse tre misure interdittive dell’attività imprenditoriale, una delle quali colpisce un agente della polizia penitenziaria, evidenziando l’infiltrazione della criminalità anche in ambiti istituzionali.
Le indagini hanno rivelato un sistema di estorsione ben radicato. I clan non solo vessavano esercizi pubblici, ma anche individui impegnati in attività illecite, come il traffico di sostanze stupefacenti. Gli investigatori hanno documentato trasferimenti settimanali di denaro, pagati come “controprestazione” per l’esercizio di attività illegali sul territorio.
Particolare attenzione è stata riservata al reimpiego dei proventi illeciti. Il clan Troncone ha investito i guadagni derivanti dal contrabbando e dallo spaccio nell’acquisto di barche, intestate fittiziamente a una società di noleggio a Nisida. Il gip di Napoli ha disposto il sequestro preventivo di queste imbarcazioni e il divieto di esercizio dell’attività imprenditoriale nei confronti della titolare e di un complice.
In aggiunta, le indagini hanno rivelato l’ingresso clandestino di telefoni cellulari in alcune strutture penitenziarie, strumento attraverso il quale i capi dei clan continuavano a gestire i loro affari illeciti anche dall’interno delle carceri. Le autorità stanno ora valutando ulteriori sviluppi dell’inchiesta, mentre l’operazione rappresenta un’importante azione contro la criminalità organizzata nella città di Napoli, evidenziando la necessità di un continuo monitoraggio e intervento da parte delle forze dell’ordine.
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