Roma, 3 Apr – Le Residenze per anziani soddisfano solo il 7,6% delle domande degli over 65 non autosufficienti. L’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) copre appena il 30,6% delle necessità, con una diminuzione delle ore per utente. Il Rapporto Osservatorio Long Term Care ha evidenziato criticità nella valutazione dei bisogni, mostrando una crescente richiesta con oltre 4 milioni di anziani non autosufficienti nel 2023. È urgente migliorare la connessione tra servizi sanitari e Residenze.
Un recente rapporto dell’Osservatorio Long Term Care CERGAS SDA Bocconi-Essity ha rivelato una situazione preoccupante per quanto riguarda le Residenze per anziani in Italia. Solo il 7,6% delle richieste di assistenza per anziani non autosufficienti trova risposta nelle strutture dedicate. Questo dato evidenzia le gravi carenze del sistema di assistenza, che non riesce a soddisfare le crescenti necessità di un segmento della popolazione sempre più vulnerabile.
La crescente domanda di assistenza
Il settimo Rapporto sull’assistenza a lungo termine ha messo in luce come oltre 4 milioni di persone over 65 necessitino di supporto, con un incremento del 1,7% rispetto al 2021. Le Residenze per anziani, che in media gestiscono 113 posti letto, non sono in grado di far fronte a questa domanda in aumento. Le famiglie si trovano spesso a dover cercare soluzioni alternative, come l’Assistenza Domiciliare Integrata, che copre solo il 30,6% delle necessità. Inoltre, la riduzione delle ore medie di assistenza per utente aggrava ulteriormente la situazione.
Criticità dei centri diurni
Un altro aspetto critico del rapporto riguarda i centri diurni, che offrono una copertura insufficiente, attestandosi solo allo 0,6% delle necessità. Questa mancanza di spazi di socializzazione e assistenza durante il giorno ha un grave impatto sul benessere psicofisico degli anziani. La scarsità di servizi adeguati costringe molte famiglie a gestire situazioni complesse senza il supporto necessario.
Problemi di coordinamento e valutazione
Il rapporto mette in evidenza anche le problematiche legate alla valutazione del bisogno dell’anziano, un passaggio cruciale per accedere ai servizi. Attualmente, il processo è frammentato e coinvolge principalmente il medico di medicina generale, le aziende sanitarie e i servizi sociali comunali. Questa mancanza di coordinamento porta a una considerazione insufficiente delle diverse necessità degli anziani, rendendo i servizi offerti inadeguati.
Inoltre, il rapporto sottolinea che le Residenze per anziani hanno una notevole autonomia nell’erogazione dei servizi, con il 38% dei casi in cui non esiste una chiara interfaccia con altri soggetti sanitari. Questa situazione può generare inefficienze, specialmente in situazioni di emergenza.
Il rapporto lancia un appello a creare una connessione più forte tra le Residenze per anziani e i servizi sanitari, sia ospedalieri che territoriali. È fondamentale migliorare l’efficacia e l’efficienza del sistema di welfare, attualmente in difficoltà nel rispondere a una domanda in costante crescita. La necessità di un’azione coordinata è più che mai urgente per garantire un’assistenza adeguata agli anziani non autosufficienti.