Le mani di un anziano | Pixabay @Steve Buissinne - Alanews.it
Roma, 3 Apr – Le Residenze per anziani soddisfano solo il 7,6% delle domande degli over 65 non autosufficienti. L’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) copre appena il 30,6% delle necessità, con una diminuzione delle ore per utente. Il Rapporto Osservatorio Long Term Care ha evidenziato criticità nella valutazione dei bisogni, mostrando una crescente richiesta con oltre 4 milioni di anziani non autosufficienti nel 2023. È urgente migliorare la connessione tra servizi sanitari e Residenze.
Un recente rapporto dell’Osservatorio Long Term Care CERGAS SDA Bocconi-Essity ha rivelato una situazione preoccupante per quanto riguarda le Residenze per anziani in Italia. Solo il 7,6% delle richieste di assistenza per anziani non autosufficienti trova risposta nelle strutture dedicate. Questo dato evidenzia le gravi carenze del sistema di assistenza, che non riesce a soddisfare le crescenti necessità di un segmento della popolazione sempre più vulnerabile.
Il settimo Rapporto sull’assistenza a lungo termine ha messo in luce come oltre 4 milioni di persone over 65 necessitino di supporto, con un incremento del 1,7% rispetto al 2021. Le Residenze per anziani, che in media gestiscono 113 posti letto, non sono in grado di far fronte a questa domanda in aumento. Le famiglie si trovano spesso a dover cercare soluzioni alternative, come l’Assistenza Domiciliare Integrata, che copre solo il 30,6% delle necessità. Inoltre, la riduzione delle ore medie di assistenza per utente aggrava ulteriormente la situazione.
Un altro aspetto critico del rapporto riguarda i centri diurni, che offrono una copertura insufficiente, attestandosi solo allo 0,6% delle necessità. Questa mancanza di spazi di socializzazione e assistenza durante il giorno ha un grave impatto sul benessere psicofisico degli anziani. La scarsità di servizi adeguati costringe molte famiglie a gestire situazioni complesse senza il supporto necessario.
Il rapporto mette in evidenza anche le problematiche legate alla valutazione del bisogno dell’anziano, un passaggio cruciale per accedere ai servizi. Attualmente, il processo è frammentato e coinvolge principalmente il medico di medicina generale, le aziende sanitarie e i servizi sociali comunali. Questa mancanza di coordinamento porta a una considerazione insufficiente delle diverse necessità degli anziani, rendendo i servizi offerti inadeguati.
Inoltre, il rapporto sottolinea che le Residenze per anziani hanno una notevole autonomia nell’erogazione dei servizi, con il 38% dei casi in cui non esiste una chiara interfaccia con altri soggetti sanitari. Questa situazione può generare inefficienze, specialmente in situazioni di emergenza.
Il rapporto lancia un appello a creare una connessione più forte tra le Residenze per anziani e i servizi sanitari, sia ospedalieri che territoriali. È fondamentale migliorare l’efficacia e l’efficienza del sistema di welfare, attualmente in difficoltà nel rispondere a una domanda in costante crescita. La necessità di un’azione coordinata è più che mai urgente per garantire un’assistenza adeguata agli anziani non autosufficienti.
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