Nella notte tra il 29 e il 30 luglio 2023, la giovane barista Sharon Verzeni è morta dopo essere stata accoltellata mentre faceva jogging a Terno d’Isola (Bergamo). La 34enne, descritta dai familiari e amici come una persona solare e appassionata, è diventata vittima di un atto di violenza inspiegabile, dando vita a un’indagine complessa e articolata.
Moussa Sangare: dalla confessione al ritrattamento
Moussa Sangare, il principale sospettato e accusato di omicidio pluriaggravato, ha inizialmente confessato il crimine, affermando di aver agito “per noia” e in cerca di emozioni forti. Tuttavia, alla fine dell’udienza per la nomina dell’esperto che dovrà compilare la sua perizia psichiatrica, svolta presso il tribunale di Bergamo, Sangare ha ritrattato la sua confessione, dichiarando: “Non è vero, non sono stato io”.
Implicazioni della ritrattazione
La ritrattazione di Sangare ha suscitato un vespaio di polemiche e interrogativi. Secondo il legale della famiglia Verzeni, Luigi Scudieri, questo nuovo sviluppo aggrava ulteriormente il dolore dei familiari della vittima. Scudieri ha sottolineato: “È una famiglia che sta soffrendo, e sentire queste cose la fa ancora più soffrire”. Il padre di Sharon, Pietro, presente in aula, è rimasto “molto scosso” dalle parole di Sangare.
La questione della lucidità mentale
Un aspetto cruciale da chiarire in questo caso è la lucidità mentale di Moussa Sangare al momento del delitto. I giudici della corte di Assise di Bergamo hanno accolto la richiesta della difesa di eseguire una perizia psichiatrica per valutare la capacità di intendere e di volere dell’imputato. Questo esame, previsto per il 1° aprile 2025, sarà fondamentale per determinare se Sangare fosse in grado di comprendere le conseguenze delle sue azioni. Il perito avrà 90 giorni per depositare i risultati dell’analisi, che saranno discussi in udienza il 22 settembre.