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Omicidio di Viareggio, corteo. La comunità marocchina: “E’ assurdo lasciare la colpevole fuori”

Omicidio di Viareggio, corteo. La comunità marocchina: “E’ assurdo lasciare la colpevole fuori”

“Siamo indignati, non è possibile morire così”

Cronaca (Viareggio). Un corteo con 500 persone ha percorso le strade di Viareggio (Lucca) per deporre fiori nella via dove Cinzia Dal Pino, 65 anni, l’8 settembre ha ucciso con l’auto il rapinatore della sua borsa, il marocchino Nourdine Naziki, 52 anni, conosciuto finora però con l’alias di Said Malkoun e come algerino di 47 anni. La manifestazione è stata promossa dal Forum della Pace di fronte al Comune da dove s’è mosso un corteo silenzioso che ha raggiunto via Coppino. In prima fila don Luigi Sonnenfeld, ‘prete operaio’ della chiesetta dei Pescatori in Darsena a pochi metri dal luogo dell’omicidio. C’erano rappresentanti della comunità marocchina a Viareggio. Uno striscione recava scritto ‘Giustizia per Nouri’, il nome vero. Hanno sfilato rappresentanti di sindacati e associazioni come Cgil, Arci, Legambiente, Anpi, Casa delle Donne, Croce Verde, Cantiere Sociale, Uovo di Colombo. L’invito della vigilia era niente slogan, né cartelli. Era auspicata la presenza del gonfalone della Città ma non c’era. In tanti avevano un fiore che poi hanno deposto sul punto dell’investimento. I marocchini chiedono che il consolato dia il prima possibile il visto alle sorelle per farle venire in Italia e organizzare il rimpatrio della salma. Don Luigi ha ricordato che di “Sai è piena la Versilia, accanto alla chiesetta c’è gente che dorme con la coperta della Caritas e a pochi passi ci sono yacht e cantieri dove si costruiscono natanti per miliardari, atterrano elicotteri degli armatori, è un conflitto tra chi non ha niente e chi ha tutto”. Un’amica, Catia dice: “Da due mesi non lo vedevo ma l’avevo accompagnato alla Misericordia in passato per farsi curare i denti, lui si rivolgeva anche alla Caritas ed anche a loro dico grazie. Dormiva dove capitava perché non aveva casa. Arrivò a Viareggio da Milano e è rimasto qua, non doveva morire così”. Un altro marocchino dice di non capire perchè Cinzia Dal Pino sia agli arresti domiciliari e non in carcere. “Oggi – ha detto – ci sono tante televisioni che a Viareggio non si sono mai viste, è anche a loro ci rivolgiamo perché vogliamo giustizia”. Yassine Belkassem della comunità marocchina: “Sono molto arrabbiato, c’è una giustizia fai da te. Come siamo arrivati, siamo nella jungla. Chiediamo la vera giustizia. Lei deve essere in carcere, non fuori”.
(Emanuele De Lucia/alanews)

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Emanuele De Lucia

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