Omicidio Dyene, L’Imam di Firenze: “Per me è stato un atto razzista, non per i giudici”
A 3 anni dalla morte del senegalese, la comunità lo ricorda con un grande arazzo
CRONACA (Firenze). Un grande arazzo con il suo nome cucito, a rivestimento dell’ex Gasometro di Firenze. È stato ricordato così Idy Dyene, il senegalese che fu ucciso il 5 marzo di tre anni fa sul ponte Vespucci del capoluogo toscano. La commemorazione è stata fortemente voluta dalle associazioni che lavorano sull’integrazione con i migranti del territorio. La cooperativa “L’Abbaino” e l’associazione “Anelli mancanti” in collaborazione con la ludoteca “La Mondolfiera” ospite dell’ex Gasometro, hanno chiamato la comunità senegalese rappresentata da Mamadou Sall per organizzare questa due giorni in onore di Idy. “Vedendo gli elementi umani di quell’assassinio, lo considero un atto razzista, poi i giudici hanno avuto altri elementi da indicare, la sentenza è andata diversamente” ha detto con convinzione l’Imam di Firenze Izzedin Elzir. “Noi dobbiamo constatare che la nostra città ha avuto diversi atti di razzismo. Dobbiamo lavorare su questo”. “Ritengo che Firenze città del mondo, notaio di pace, debba fare di tutto perché non si dimentichino questi fatti e non si verifichino più” ha affermato il console del Senegal a Firenze. “Tutti siamo chiamati a questo dialogo. Società senza dialogo non hanno democrazia. Da qui possiamo costruire il futuro”. (Emanuele De Lucia/alanews)
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