Omicidio Sofia Castelli, difesa Atqaoui: “Reato d’impeto, non è un sicario. Vuole chiedere scusa”
L’avvocato Burani: “Perizia per capire suo stato, davanti a me ha pianto solo una volta”
CRONACA (Monza). L’omicidio a Cologno Monzese di Sofia Castelli “è un fatto abnorme che presuppone di valutare qual era lo stato d’animo e la capacità di intendere e di determinarsi” dell’omicida reo confesso, l’ex fidanzato Zakaria Atqaoui. “Non fosse altro per la contestazione che gli fanno sulla premeditazione: anche su questo c’è necessità di capire e solo la perizia ci può aiutare”. Lo ha detto l’avvocato Vainer Burani, difensore del 23enne italo-marocchino che oggi ha affrontato la prima udienza del processo a suo carico davanti alla Corte d’Assise di Monza. “Sostenere la premeditazione ci può stare se si pensa che è andato a chiudersi in casa, pensare però a quello che è avvenuto e quello che è capitato in quel momento, quando la ragazza è entrata, mi fa pensare che forse si possa rompere questo nesso e che quindi sia stato un reato d’impeto, cioè una reazione immediata a un episodio”, ha aggiunto. Il legale ha poi preannunciato la possibilità che Atqaoui renda spontanee dichiarazioni in aula per “spiegare che se potesse riavvolgerebbe il nastro della sua vita per evitare questa cosa. Non è un sicario, è un ragazzo che sta capendo adesso quello che è successo realmente” e “vuole chiedere scusa per quanto successo. È un ragazzo in una condizione psicologica difficilmente spiegabile. Nelle 4-5 volte che l’ho visto è scoppiato a piangere solo una volta, però era sentito”. (Alessandro Boldrini/alanews)
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