Blitz e operazione della Guardia di Finanza, le due persone coinvolte nel sequestro sono considerate complici del boss: Laura Bonafede e suo cugino Andrea Bonafede, rispettivamente maestra di 57 anni e geometra 62enne
È stata recentemente condotta un’importante operazione a Palermo, culminata nel sequestro di beni per un valore di 1,4 milioni di euro. Questo intervento ha colpito due presunti favoreggiatori di Matteo Messina Denaro, il noto boss mafioso catturato nel gennaio 2023. L’operazione, coordinata dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Palermo e diretta dal generale Domenico Napolitano, ha portato all’emissione di decreti di sequestro da parte della sezione misure di prevenzione del tribunale di Trapani.
Dettagli sul sequestro
Le due persone coinvolte nel sequestro sono considerate complici del boss: Laura Bonafede e suo cugino Andrea Bonafede. Laura, storica compagna di Messina Denaro, è un’insegnante di 57 anni, mentre Andrea, un geometra di 62 anni di Campobello di Mazara, è stato accusato di fornire un supporto attivo alla latitanza del boss. Entrambi hanno ricevuto condanne significative:
- Laura Bonafede: è stata condannata a 11 anni e 9 mesi di reclusione in primo grado.
- Andrea Bonafede: è stato condannato a 14 anni di reclusione in primo grado.
Le indagini, condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) sotto la guida del procuratore Maurizio de Lucia, hanno rivelato il ruolo cruciale di entrambi nel garantire sostegno logistico e finanziario a Messina Denaro durante il suo periodo di latitanza.
Beni sequestrati
Il sequestro ha interessato un patrimonio composto da 8 immobili, tra cui appartamenti e terreni, situati in diverse località della provincia di Trapani, come:
- Campobello di Mazara
- Castelvetrano
- Palermo
Tra i beni confiscati figurano un appartamento nella rinomata zona di via Libertà a Palermo e un complesso aziendale dedicato alla coltivazione di frutti oleosi, intestato alla figlia di Laura Bonafede, Martina Gentile. Inoltre, sono stati sequestrati 13 rapporti bancari e un veicolo, contribuendo a ridurre le risorse economiche legate alla criminalità organizzata.
L’importanza della lotta alla mafia
Questo sequestro si inserisce in un contesto di crescente attenzione delle forze dell’ordine e delle istituzioni verso il fenomeno mafioso in Sicilia. La lotta alla mafia si articola attraverso misure di prevenzione patrimoniale, che mirano a colpire i patrimoni illeciti e a disarticolare le reti di supporto dei boss mafiosi. Il caso di Laura e Andrea Bonafede evidenzia l’importanza di individuare e reprimere non solo i capi mafia, ma anche coloro che, a vario titolo, contribuiscono a mantenere in vita le loro strutture di sostegno.
Le autorità giudiziarie continuano a monitorare la situazione, con l’obiettivo di smantellare le reti mafiose e garantire la sicurezza e la legalità nel territorio. Le conseguenze di tali operazioni non riguardano solo il patrimonio dei singoli, ma hanno un impatto più ampio sulla lotta alla mafia e sulla percezione della legalità tra i cittadini.
Le indagini sono ancora in corso e potrebbero portare a ulteriori sviluppi, con possibili nuovi sequestri di beni o arresti di altre persone coinvolte nel sostegno a Messina Denaro. Le forze dell’ordine sono impegnate a scoprire eventuali altre connessioni e complici, affinché la rete mafiosa venga progressivamente disarticolata e la giustizia possa avere il suo corso.