Palestinesi fermati a L’Aquila, la moglie di uno dei tre: “Mansour non è un terrorista”
La donna ha voluto mantenere l’anonimato: “Scapati da oppressione, per ritrovarcene un’altra”
CRONACA (Roma). M.A. è la moglie di Mansour Doghmosh, uno dei tre uomini arrestati lo scorso marzo a L’Aquila con l’accusa di associazione terroristica. Madre di tre bimbi, dal momento dell’arresto sta vivendo un’odissea che l’ha vista anche essere vittima di attacchi in casa dove risiede a Teramo. Fatti che l’hanno spinta a mantenere l’anonimato. “Mansour sta abbastanza bene nel carcere di Rossano Calabro e ringrazia tutti per la solidarietà. Sta provando a tenere duro, non soltanto per se stesso ma anche per i suoi figli – ha detto la donna -. I nostri figli ne stanno risentendo psicologicamente. E’ la prima volta che il loro padre passa tanto tempo lontano”. Poi ha rimarcato: “Mansour non è un terrorista perché in quel caso sarebbe rimasto in Palestina per partecipare alla lotta”. Poi fa una richiesta al governo italiano: “chiedo la scarcerazione perché siamo venuti in Italia per avere un futuro roseo. Siamo scapati da una oppressione, per poi ritrovarcene davanti ad un’altra” (Davide Di Carlo/alanews)
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