Rapido 904. A 40 anni dalla strage, una sopravvissuta: “La giustizia per noi è un’utopia”
Loretta Pappagallo: “Non ho chiesto risarcimenti, per me sono soldi sporchi di sangue”
Cronaca (San Benedetto Val di Sambro). Nella stazione di San Benedetto Val di Sambro quel treno Rapido 904 non arrivò mai, esplose qualche chilometro prima nella galleria sotto l’appennino romagnolo il 23 dicembre 1984. Anche oggi si sono ricordate le 16 vittime e i 267 feriti. Alla cerimonia ha partecipato anche il Comune di Bologna nella rappresentanza dell’assessore all’Ambiente Anna Lisa Boni, Erico Di Stasi della città metropolitana di Bologna e tutti i Comuni limitrofi con San Benedetto Val di Sambro. La lettura di alcune riflessioni del consiglio comunale dei ragazzi e poi la benedizione della corona d’alloro in onore ai caduti di quella strage. Loretta Pappagallo aveva 38 anni quando ha vissuto quella tragedia ed è una delle sopravvissute: “E’ dura. Ricordo che ero salita a Firenze perché andavo a Milano a lavorare, ero salita sulla carrozza 9. Quella bambina che hanno ricordato, Federica Taglialatela, mi ha salvato la vita. Aveva una radio con le canzoni napoletane e mi infastidiva questa musica. Ho lasciato quello scompartimento e sono andata dietro nella carrozza 10, che si è accartocciata, mentre la carrozza dove ero è stata completamente sventrata. Avevo intuito che c’era qualcosa, perché lavorando in televisione sentivo che c’entravano persone di Stato. Per me erano compromessi in molti. Ho voluto abbracciare solo Pertini. Io non ho chiesto risarcimenti, sono soldi sporchi di sangue”. (Emanuele De Lucia/alanews)
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