Regeni, Panebianco: “Capo della ‘banda’ non poteva essere vicino Giulio il giorno della sparizione”
“Cella del telefono attiva a 100 km dalla posizione del ricercatore in orari simili”
(Roma). “Il 23 gennaio Tareq con la famiglia si fermarono dal cognato e della sorella di Tareq fuori il Cairo per un viaggio che dovevano fare alla Mecca. Inoltre il 25 gennaio 2016 le cellule telefoniche agganciavano il telefono di Giulio in centro al Cairo sotto la metropolitana tramite un’attivazione dati agganciata ad una cella telefonica presente all’interno della metropolitana. Mentre 45 minuti dopo la chiamata che parte dal telefono di Tareq è nella località di residenza a 100km fuori il Cairo. Quindi questo ci ha fatto pensare che fosse impossibile che lui stesse al centro della città”. Così Onofrio Panebianco, colonnello dei carabinieri e all’epoca colonnello del Ros nella squadra degli investigatori sentito al processo per l’assassinio di Giulio Regeni, parlando del presunto capo della ‘banda’ che aveva i documenti di Giulio secondo le autorità egiziane. (Marco Vesperini/alanews)
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