Regeni, un testimone oculare: “Era ammanettato e bendato, lo torturavano con la scossa”
Abdallah è un cittadino palestinese che afferma di aver condiviso la stessa struttura detentiva con Giulio
Cronaca (Roma). “Abbiamo visto Regeni il 28 e 29 gennaio. Lo abbiamo riconosciuto perché sentiva alcune parte degli interrogatori e riconoscevamo fossero in parte in lingua straniera che assomiglia all’italiano, c’era sempre un interprete. In generale gli interrogatori erano in arabo classico o in dialetto egiziano. Il giorno 28 gennaio Giulio aveva trascorso circa sei ore nella sala dell’interrogatorio. Era arrivato ammanettato all’indietro, occhi bendati, condotto da due guardie carcerarie. Le figure che lo interrogavano erano Pascià Khaled, capitano del carcere, il colonnello Ahmed, psicologo che partecipava solo ai suoi interrogatori, il colonnello Tareq era sempre presente. Dopo l’interrogatorio del 28 non riportava ferite evidenti ma aspetto di affaticamento visibile, aveva pantaloni blu e maglietta bianca. Spesso gli rivolgevano la domanda ‘Dove hai conseguito il corso anti interrogatorio?’. Erano molto nervosi, usavano la scossa e lo torturavano”. Così Abdallah, detenuto palestinese che all’epoca del rapimento Regeni ha affermato di trovarsi nella stessa struttura egiziana di Giulio. (Marco Vesperini/alanews)
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