Otto indagati a vario titolo per riciclaggio, autoriciclaggio, contraffazione e contrabbando di orologi di lusso. Un pachistano, il principale accusato, è stato sottoposto, con una misura cautelare, all’obbligo di dimora nel Comune di Reggio Emilia con divieto di espatrio e l’interdittiva dell’esercizio dell’attività di impresa e della possibilità di ricoprire uffici direttivi in imprese: interdittiva relativa al commercio all’ingrosso di orologi e gioielleria. Sequestrati 1,1 milioni di euro. Indagini in corso su attività illecite. È il bilancio del blitz della Guardia di Finanza del comando provinciale di Reggio Emilia che, con il supporto del servizio centrale sulla criminalità organizzata (Scico) sta eseguendo dall’alba di oggi, mercoledì 16 aprile 2025, un’operazione chiamata ‘Real Time’ e coordinata dalla Procura reggiana.
Otto persone sono state denunciate dalla Guardia di Finanza di Reggio Emilia per reati legati al contrabbando, riciclaggio e contraffazione di orologi di lusso. L’operazione, denominata ‘Real Time’, è scattata all’alba e ha visto coinvolti anche membri del Servizio Centrale per la Criminalità Organizzata (Scico), sotto la direzione della Procura di Reggio Emilia guidata dal procuratore Calogero Gaetano di Paci.
Misure cautelari e indagini approfondite
L’indagine ha portato all’emissione di misure cautelari, tra cui l’obbligo di dimora nel comune di Reggio Emilia per il principale accusato, un cittadino pachistano, che ha ricevuto anche divieti di espatrio e di esercizio di attività imprenditoriale. È stata disposta un’interdittiva che impedisce al pachistano di ricoprire ruoli direttivi in imprese, in particolare nel settore del commercio all’ingrosso di orologi e gioielli.
Sequestro di beni e operazioni illecite
I finanzieri hanno sequestrato preventivamente 1,1 milioni di euro, considerato il provento del reato di riciclaggio e autoriciclaggio. Secondo le indagini, l’accusato avrebbe acquisito orologi di lusso attraverso operazioni “schermate”, effettuate da società cartiere verso rivenditori ufficiali, per poi rivenderli a privati. È emerso che alcuni di questi orologi erano anche contraffatti, con falsificazioni riscontrate sui marchi e sui certificati di garanzia.
Rete di frode nel mercato degli orologi di lusso
Questa operazione non è la prima per il pachistano, che era già stato coinvolto in un’altra inchiesta, chiamata ‘Mine Field’, riguardante un’associazione a delinquere dedita alla gestione di società fantasma per emettere fatture per operazioni inesistenti. Le autorità stanno ora approfondendo le dinamiche di questa rete illecita, che ha messo in luce un sistema complesso di frodi e contraffazione nel mercato degli orologi di lusso in Italia.
Le indagini continuano, con l’obiettivo di identificare ulteriori complici e smantellare completamente le operazioni di contrabbando e riciclaggio che coinvolgono prodotti di alta gamma e beni di lusso, un fenomeno che rappresenta una crescente preoccupazione per le forze dell’ordine e per l’economia legale del paese.