RISTORANTI E BAR. Come uscire dalla crisi
Ad Emoticon, Luciano Piastra del Bar Lillo a Trastevere in Roma
CRONACA (Roma). Il Bar Lillo, uno dei locali storici da oltre mezzo secolo a
Trastevere, Roma. Da oltre trent’anni nelle generose mani di
Luciano Piastra, l’erede del vecchio Lillo. Un bar ma anche
una semplice trattoria, di quelle di una volta, cucina romana,
genuina, condita da cortesia e simpatia. Via dei Genovesi,
angolo Santa Cecilia, una stradina di sanpietrini percorsa da
auto, motorini, biciclette e pedoni, residenti e turisti da ogni
parte del mondo. Larga poco più di tre metri, senza
marciapiede, senza quindi alcuna possibilità, per Luciano e i
suoi dipendenti, tra cui un ragazzo affetto da autismo, Pietro,
che qui ha trovato la sua difficile ma costante crescita, di
mettere tavolini all’esterno per rispettare le regole anti
Covid. I turisti non ci sono, alle ore 18 il bar Lillo chiude, la
trattoria fa un po’ di asporto, i ristori sono arrivati ma quel
tanto che basta per pagare i fornitori. L’affitto rimandato, il
debito si accumula, prima o poi andrà saldato. I dipendenti e
Luciano si dividono i magri guadagni, niente cassa
integrazione, comunque, afferma Luciano Piastra: “Io
continuo a divertirmi a fare questo lavoro”. Ottimista?
Sempre, anche di fronte alle difficoltà del momento, anche se,
denuncia Luciano, nessuno, né vigili urbani né poliziotti né
Carabinieri va a controllare certi concorrenti che hanno
ammassato tavolini ovunque, senza distanziamento,
impedendo nelle vie limitrofe e nella piazza dei Ponziani
dietro al Ministero della Salute (ironia della sorte) l’accesso,
obbligatorio, a eventuali mezzi di soccorso. In tv e sui giornali
parlano proprietari con due, tre ristoranti, super alberghi,
pasticcerie, e tante sacrosante lamentele. Luciano Piastra non
si lamenta, chiede solo equità e lavoro, per lui e per i “suoi
ragazzi”, compreso il giovane Pietro. La bella Italia, come
sempre però, con due pesi e due misure.
Luciano Piastra è il titolare del piccolo ma famoso bar Lillo nel cuore di Trastevere, a pochi passi dalla Basilica di Santa Cecilia, Cucina romana, ambiente tradizionale, accogliente, familiare. Clienti fissi dal quartiere, anziani dalla vicina casa di riposo, turisti che vengono col passa parola e tornano anno dopo anno. Luciano é diventato famoso non solo per la cucina della trattoria ma anche perché ha fatto dell’inclusione uno dei suoi punti di forza, accogliendo dietro il bancone e nella piccola sala ragazzi con disabilità. Famosa la storia di Pietro, ragazzo autistico diventato negli anni un provetto barman, che grazie al lavoro e ai consigli di Luciano si è inserito in un contesto in partenza difficile e ostico. (Francesco Marzullo/alanews)
Se non sei abbonato e vuoi acquistare questo video clicca qui
Stellantis, Lodi (Fiom-Cgil): "Da tavolo risposte insoddisfacenti. Subito a Chigi" "Prossimo incontro il 16 dicembre,…
Università, Bernini: "Fondo di finanziamento ordinario al massimo storico in 2025" "Taglio di 173 mln…
Stellantis, Urso: "Il problema dell'auto non né Trump né la Cina ma l'Europa" "Con Francia…
Stellantis, Ficco (Uilm): "Chiediamo un'immediata convocazione a Chigi" "D'accordo con governo solo su cambiare politiche…
Università, Bernini: "Cervelli in fuga? Dobbiamo creare infrastrutture di ricerca" "Finanziamenti non eguali negli anni…
Stellantis, Uliano (Fim-Cisl): "Siamo insoddisfatti, serve convocare vertici aziendali a Chigi" "Il piano industriale presentato…