ANCONA, 16 APR – È stato fissato un incidente probatorio per ascoltare i migranti riguardo al presunto scafista arrestato il 31 gennaio al porto di Ancona. Un 36enne egiziano, accusato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, nega le accuse. Ascoltati cinque testimoni tra cui un siriano e cinque pachistani
È fissato per il 7 maggio l’incidente probatorio per ascoltare i migranti coinvolti nel caso di un presunto scafista, arrestato il 31 gennaio scorso al porto di Ancona. L’operazione è stata condotta dalla polizia subito dopo lo sbarco della Ocean Viking, una nave della ONG Sos Mediterranee. Il fermo ha colpito un uomo di 36 anni di origine egiziana, accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L’importanza dell’incidente probatorio
L’incidente probatorio è stato disposto dalla giudice per le indagini preliminari, Sonia Piermartini, su richiesta della pubblica accusa, rappresentata dalla pm Serena Bizzarri. Durante l’udienza, verranno ascoltati cinque dei 22 migranti che il 36enne avrebbe trasportato dalla Libia. Questi migranti, che includono un siriano e cinque pachistani, saranno fondamentali per la ricostruzione dei fatti e per eventuali sviluppi futuri del processo. Le loro testimonianze, infatti, serviranno a cristallizzare le evidenze in vista di un eventuale processo contro l’imputato, attualmente difeso dall’avvocato Emanuele Senesi.
Dettagli sull’arresto e le accuse
Il presunto scafista si trova attualmente in carcere a Montacuto, dove nega le accuse. Le autorità hanno contestato, oltre al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, anche aggravanti legate al numero di migranti trasportati, superiore a cinque, e al rischio per la vita dei passeggeri. Il 31 gennaio, la Ocean Viking ha riportato a terra un totale di 111 migranti, un evento che ha riacceso il dibattito sulla gestione dei flussi migratori e sul ruolo delle ONG nel salvataggio in mare.
Proseguono le indagini
Le indagini proseguono per accertare i dettagli della traversata, che ha visto il gommone di sei metri pilotato dall’arrestato. Le autorità italiane, nel contesto di una crisi migratoria che continua a sollevare preoccupazioni, stanno monitorando da vicino le operazioni di soccorso e le dinamiche che circondano il traffico di esseri umani nel Mediterraneo.