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Scuola: il concorso per presidi è nel caos. I bocciati segnalano violazioni dell’anonimato, favoritismi e conflitti d’interesse tra candidati e commissari, oltre a discriminazioni verso disabili. Interrogazioni parlamentari da Movimento Cinque Stelle, Verdi e Pd
Il concorso per dirigenti scolastici in Italia sta vivendo un momento di crisi profonda, caratterizzato da un numero crescente di ricorsi e denunce da parte di candidati esclusi. Le accuse sollevate spaziano da violazioni dell’anonimato a presunti favoritismi, attirando l’attenzione di diversi gruppi parlamentari, tra cui il Movimento Cinque Stelle, i Verdi e il Partito Democratico.
Le contestazioni riguardanti il concorso per presidi si stanno diffondendo in tutto il paese, con molti aspiranti dirigenti scolastici che mettono in discussione l’equità delle procedure di selezione. È emerso che le modalità di valutazione non garantiscono un adeguato rispetto dell’anonimato, un aspetto cruciale per una valutazione imparziale. Diverse segnalazioni indicano che alcuni candidati avrebbero ricevuto punteggi più elevati grazie a legami personali con membri della commissione esaminatrice, sollevando seri interrogativi sulla trasparenza e sull’integrità delle valutazioni.
In aggiunta, i ricorsi evidenziano problematiche legate a discriminazioni nei confronti di candidati con disabilità. Alcuni aspiranti dirigenti hanno denunciato che le modalità di svolgimento delle prove non erano adeguate a garantire pari opportunità, violando i principi di inclusività previsti dalla legge. Queste denunce hanno spinto vari gruppi parlamentari a presentare interrogazioni ufficiali ai ministeri competenti, richiedendo chiarimenti e misure correttive.
La situazione è ulteriormente complicata dalle tempistiche del concorso, già soggette a slittamenti e rinvii. Le polemiche non coinvolgono solo i candidati esclusi, ma anche i sindacati della scuola, che chiedono una revisione della normativa che regola i concorsi pubblici nel settore educativo. Le richieste di maggiore trasparenza e equità nei processi di selezione stanno guadagnando sempre più sostegno, mentre il Ministero dell’Istruzione si trova sotto pressione per rispondere a queste istanze.
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