Siria, l’ex combattente: “Il padre del compagno Orso è con noi”
“In Italia la pericolosità sociale non è quella di chi difende i diritti”
(Torino). “La vicenda continua in maniera indecente, con salti logici incomprensibili. Si è passati dalla Siria e l’Isis a doverci confrontare su tanti piccoli fatti avvenuti a Torino, fatti presi in maniera parziale e strumentale da parte della Procura e dalla Polizia di Torino – così Jacopo Bindi, uno dei tre ragazzi torinesi andato a combattere in Siria contro l’Isis e che potrebbe ricevere la sorveglianza speciale. La magistratura comunicherà load decisione entro 90 giorni – Siamo socialmente pericolosi per il nostro impegno politico e per le nostre idee, non per essere andati in Siria. Ringrazio due persone: Alessandro Orsetti, padre di Lorenzo, il nostro amico che è caduto combattendo al nostro fianco in Siria, e Leopoldo Delli, un italiano adesso in Siria a difendere l’esperimento sociale e politico dalla Turchia. In Italia la pericolosità sociale non è quella di chi difende i diritti”. (Sara Iacomussi/alanews)
Se non sei abbonato e vuoi acquistare questo video clicca qui
Manifestazione contro G7 a Napoli: "Jatevenne" Attivisti in via Toledo: cori contro Giuli e Meloni…
Maltempo, Musumeci: "Polizze? Per imprese già è legge, per famiglie sia facoltativa" "Puntuali nei nostri…
Ue, Salvini: "Sono contrario al debito comune proposto da Draghi" Il vicepremier: "Mi sa di…
Maltempo, Salvini: "In Emilia-Romagna di soldi ne sono stati mandati" Il vicepremier: "Bisogna capire se…
Maltempo, in corso il Cdm a Palazzo Chigi per deliberare lo stato di emergenza A…
Open Arms, Salvini: "Se tornassi al Viminale, rifarei le stesse cose" "Condanna segnale incredibile: non…