Soldi per Green pass falsi, infermiera arrestata per corruzione a Piacenza . Altri 23 indagati
Nei guai anche un suo collaboratore. Il tariffario partiva da 250 euro: una volta scoperta, non potendo più recarsi all’hub vaccinale, effettuava finti tamponi positivi in una farmacia. Il Procuratore: “Mere finalità economiche”
CRONACA (Piacenza). Per 250 euro fingeva di vaccinare pazienti nell’hub di Piacenza poi, una volta che i colleghi si erano accorti che qualcosa non andava, impedendole di fare la volontaria al centro vaccinale, aveva iniziato a fare finti tamponi positivi, per 500 euro, in una farmacia della città. Così un’infermiera di 50 anni, dipendente dell’azienda Usl, è stata arrestata dai carabinieri di Piacenza per corruzione e falso ideologico. Finiti nei guai anche un suo ‘collaboratore’ che le indirizzava i no vax che volevano ottenere il green pass e 23 persone che avrebbero usufruito delle prestazioni messe in atto dall’infermiera infedele “con mere finalità economiche” – ha spiegato il Procuratore capo di Piacenza Grazia Pradella in conferenza stampa. Il primo si trova ai domiciliari mentre le restanti persone sono state denunciate per corruzione in concorso. Ad accorgersi dei fatti sono stati i colleghi della donna, anche loro impegnati al centro vaccinale di Piacenza e ai quali diceva: “Ho portato qui un amico no vax che si è convinto, ma siccome ha paura dell’iniezione ci penso io a fargli il vaccino”. Così, secondo i carabinieri, l’infermiera dell’Ausl arrestata, riusciva ad accedere agli hub vaccinali, dove tra l’altro aveva già prestato servizio in passato. Non accompagnava però persone che avevano deciso di vaccinarsi contro il Covid, ma i clienti che la pagavano 250 euro, e ai quali, lei personalmente, iniettava della soluzione fisiologica al posto del vaccino, che invece gettava via. Gli altri operatori sanitari si sono così rivolti alla direzione dell’azienda Usl che, rivolgendosi alla Procura, ha permesso di dare avvio alle indagini, durate un mese, da parte dei carabinieri di Piacenza e del Nas. Si sarebbe rivolta agli inquirenti anche “la parente di un paziente ricoverato in terapia intensiva – ha spiegato il Procuratore affiancato dal Pm Daniela Di Girolamo e dagli investigatori dell’Arma -, intervistato dalla trasmissione ‘Piazzapulita’ di La7 e che si era rivolto all’infermiera per ottenere il finto di Green pass. In ospedale risultava così vaccinato anche se non aveva mai ricevuto la dose”. Nel frattempo alla 50enne era stato impedito di svolgere le vaccinazioni su sua volontà – lavora, infatti, in un altro settore dell’azienda Usl – così lei, che non è una no-vax ma regolarmente vaccinata, ha iniziato a lavorare volontariamente in una farmacia e qui, dietro alti compensi, effettuava finti tamponi positivi. Dopo dieci giorni i suoi ‘clienti’ tornavano per effettuare quello di controllo che risultava negativo, ottenendo così la certificazione verde. (Leonardo Trespidi)
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