Strage Georgofili, Ammannati: “Erano pensate per sovvertire l’ordine democratico”
Il portavoce dell’associazione familiari delle vittime: “Una stagione terribile”
CRONACA (Firenze). Stamattina al cinema La Compagnia di Firenze è stata ricordata la strage di via dei Georgofili, avvenuta 30 anni fa. L’avvocato Danilo Ammannati, portavoce dell’associazione familiari delle vittime: “Le stragi del 1993 sono diverse da quelle del 1992 per un motivo fondamentale. Il pubblico ministero ha contestato alle stragi del 93 l’aggravante dell’articolo 1 della legge antiterrorismo. Sono state stragi commesse per il fine dell’eversione dell’ordine democratico. Nel 1992 il movente era la vendetta o la prevenzione, per le stragi contro Falcone e Borsellino, in quanto c’era stata la famosa sentenza storica del 30 gennaio 1992 che per la prima volta ha condannato tutti i boss mafiosi. A seguito del dialogo o della trattativa tra Ros, colonnello Mori, Ciancimino e Reina, la mafia comincia a cambiare il movente perché visto che lo Stato si è fatto sotto come ci ha riferito Brusca, Reina era convinto che la strage paga. Si aggiunge un’altra vicenda, di Paolo Bellini, estremista di destra condannato all’ergastolo per la strage di Bologna, il quale va in Sicilia, parla con Brusca per dire perché si va a colpire la persona, quando può essere sostituita. Invece se si colpisce il patrimonio artistico e i beni culturali del Paese, lo Stato è costretto a cedere. Ecco che comincia a maturare in Cosa Nostra la convinzione di attaccare lo Stato”. (Emanuele De Lucia/alanews)
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