Suicidi in carcere, Nencini: “Condizioni umane significa migliorare la persona a fine pena”
Il presidente della Corte d’appello di Firenze: “Oggi detenuti escono peggiori di prima”
Cronaca (Firenze). Stamattina all’interno del tribunale di Firenze si sono riuniti magistrati e avvocati per discutere dell’emergenza carceri, del crescente numero di suicidi nei penitenziari. Il presidente della Corte d’appello di Firenze, Alessandro Nencini: “E’ questione di rimarcare le reciproche competenze e responsabilità. Il problema del carcere non nasce oggi, viene da lontano. Oggi è esploso, il problema immediato è quello di portare una situazione degenerata alla norma. Poi c’è un problema strutturale. Pensare cosa è il carcere per noi, che cosa significano le pene detentive, quando sono necessarie, quando possono essere sostituite con altro anche con vantaggio per la società. Deve passare un principio, non è questione di essere buonisti nei confronti di chi delinque. Avere condizioni umane in un carcere vuol dire restituire al momento in cui un carcerato esce e torna nella società una persona migliore di quella che è entrata. Questa dovrebbe essere la tendenza. si dovrebbe avere un percorso perché la persona sia emendata da quell’errore. Invece oggi le persone escono peggiori di quel che erano”. (Emanuele De Lucia/alanews)
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