Una giornata di sole, che prometteva di essere un semplice pomeriggio primaverile, si è trasformata in un incubo per i cittadini di Torino, quando un tragico incidente ha coinvolto un autobus turistico della «Di Carlo Tours». L’episodio è avvenuto il 12 marzo 2025, intorno alle 17.35, nei pressi dei Murazzi, una delle zone più frequentate della città, affollata di turisti e residenti. La scena che si è presentata ai passanti è stata da brivido: l’autobus, dopo aver perso il controllo, è precipitato nel fiume Po, portando via la vita dell’autista, Nicola Di Carlo, 64 anni, originario della provincia di Campobasso e titolare della ditta di trasporti.
Uno dei testimoni oculari, visibilmente scosso, ha descritto l’evento come un “momento surreale”. “Ho visto l’autobus impennarsi e poi cadere nel vuoto, è stato un attimo”, ha raccontato. La rapidità del fatto ha lasciato molte persone nel panico, con urla e grida che si sono levate nell’aria mentre i passanti cercavano di comprendere la gravità della situazione.
I soccorsi e le prime reazioni
I primi a intervenire sono stati alcuni canottieri che, notando l’accaduto, si sono gettati in acqua per cercare di soccorrere l’autista intrappolato nell’abitacolo. Nonostante i loro sforzi, e quelli dei paramedici giunti poco dopo, per Nicola Di Carlo non c’era più nulla da fare: il suo cuore ha smesso di battere. Filippo Camedda, uno dei titolari del circolo remiero Capodoglio, ha descritto il momento in cui hanno tentato di estrarre il conducente: “Gli abbiamo prestato un martello per sfondare i vetri del mezzo, ma sembrava già morto quando siamo riusciti a portarlo a riva”.
La notizia ha rapidamente fatto il giro della città, suscitando una forte emozione tra i presenti e portando i cittadini a chiedersi se ci fosse stata una responsabilità maggiore. La tragedia ha toccato anche i familiari di una famiglia che si trovava nei pressi al momento dell’incidente. “L’autobus ci ha investito mentre andava in retromarcia. È stato un attimo di terrore”, ha raccontato il nipote di una delle donne colpite. Fortunatamente, le ferite riportate non sono state gravi e i membri della famiglia sono stati portati al CTO per accertamenti.
La ricostruzione dell’incidente
Le autorità competenti, tra cui i vigili del fuoco e la polizia locale, si sono immediatamente attivate per comprendere le cause dell’incidente. A una prima analisi, è emerso che a bordo del bus non vi era nessun passeggero oltre all’autista. Questo ha fatto temere un bilancio ancora più pesante, considerando che la zona era affollata da turisti e cittadini che passeggiavano lungo il fiume.
Un elemento chiave per la ricostruzione sarà l’autopsia sul corpo di Nicola Di Carlo, che potrebbe chiarire se il malore sia avvenuto prima o dopo la perdita di controllo del veicolo. Alcune testimonianze suggeriscono che l’autista possa essere stato colto da un malore improvviso, spiegando così la manovra inusuale del bus, che ha iniziato a muoversi all’indietro, prima di precipitare nel fiume.
Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, si è recato sul luogo della tragedia, esprimendo la sua vicinanza ai familiari della vittima e sottolineando che “le conseguenze avrebbero potuto essere ancora più gravi”. È stato un momento di grande tristezza collettiva, in cui la comunità si è unita per riflettere sull’accaduto e sulle potenziali misure di sicurezza da adottare in futuro.
Le indagini e le implicazioni future
La magistratura e la polizia locale hanno avviato un’inchiesta per chiarire i dettagli dell’incidente. Gli agenti hanno già effettuato i rilievi e, al momento, non sono stati rinvenuti segni di frenata sull’asfalto, il che solleva interrogativi sul funzionamento del sistema frenante dell’autobus. È previsto un approfondito esame del veicolo, che è stato posto sotto sequestro, per verificare che tutte le norme di sicurezza e di manutenzione fossero rispettate.
Inoltre, alcuni video amatoriali girati da testimoni mostrano il momento in cui l’autobus inizia a scivolare lungo la banchina, con la figura di Di Carlo visibile all’interno: sembra tentare di rialzarsi dal posto di guida. La questione centrale rimane se fosse già deceduto o se sia morto a seguito della caduta nel fiume.
Questo tragico evento riporta alla luce la necessità di una maggiore attenzione alla sicurezza dei mezzi di trasporto, specialmente in contesti affollati e turistici come quelli di Torino. La città, già provata da altre tragedie in passato, si trova ora a dover affrontare domande difficili e a riflettere su come prevenire simili incidenti in futuro.
Le autorità locali, insieme ai cittadini, si interrogano su quali misure possano essere adottate per garantire la sicurezza non solo degli autisti, ma anche dei pedoni e dei turisti, per evitare che una simile tragedia possa ripetersi. La speranza è che da questo dramma possano emergere opportunità per migliorare la sicurezza stradale e la gestione del traffico nella città, affinché il ricordo di Nicola Di Carlo non sia vano e serva da monito per il futuro.