Ucraina, Usb sbloccano il porto di Genova contro le “navi delle armi”
Il delegato sindacale Nivoi: “Per noi è pericoloso. Beirut ce la ricordiamo tutti”
CRONACA (Genova). Presidio e blocco a partire dalle 6 del mattino al varco Etiopia del porto di Genova. La protesta, organizzata dal sindacato Usb, è stata indetta per protestare contro le cosiddette navi delle armi. A ponte Etiopia una volta al mese è infatti previsto l’arrivo di una delle navi della compagnia saudita Bahri, diventata il simbolo del traffico di armamenti che attraversa i porti italiani per raggiungere gli scenari di guerra. Proprio oggi avrebbe dovuto attraccare la Bahri Jeddah ma il viaggio della nave ha subito un ritardo di qualche giorno. “In caso di escalation bellica, il porto può diventare un obiettivo militari. Quello di Genova coinvolge circa 12.000 persone – spiega Josè Nivoi delegato sindacale Usb e portavoce di Calp – È abbastanza preoccupante che la politica invece di abbassare i toni e trovare delle soluzioni pacifiche rispetto al conflitto rincorra a tutti i costi questa logica degli armamenti”. “Come studenti abbiamo il dovere di stare al fianco dei lavoratori contro un nemico comune: siamo figli della stessa rabbia, della stessa determinazione che ci porta a batterci ogni giorno contro e contro questa realtà a sfidare un presente fatto di condizioni di vita precarie”, ha aggiunto Chiara Arioli, dell’opposizione studentesca alternativa. (Francesca Del Vecchio/alanews)
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