Giancarlo Spinelli, 59enne italo-venezuelano, è stato arrestato a Caracas il 21 febbraio 2024, accusato di terrorismo, tradimento della patria, associazione a delinquere e traffico di armi. Attualmente detenuto nel penitenziario Yare III, la sua famiglia denuncia le condizioni disumane e la sua innocenza
Giancarlo Spinelli, un cittadino italo-venezuelano di 59 anni, sta affrontando una situazione drammatica dopo essere stato arrestato il 21 febbraio 2024 a Caracas. Originario di Cesena, Spinelli vive in Venezuela da diversi anni e attualmente è accusato di gravi reati, tra cui terrorismo, tradimento della patria, associazione a delinquere e traffico di armi. Dopo un periodo iniziale di detenzione nel noto carcere Helicoide, caratterizzato da condizioni disumane, è stato trasferito al penitenziario Yare III, situato nello stato di Miranda.
Le accuse infondate
La famiglia di Spinelli, in particolare il cugino Giancarlo, ha denunciato che le accuse contro di lui sono completamente infondate. Secondo il cugino, “è innocente,” e ha sempre avuto rapporti con persone influenti nel governo, non avendo mai avuto legami con attività eversive. Le condizioni di detenzione in cui si trova sono critiche: nel penitenziario non ci sono letti e le condizioni igieniche sono deplorevoli. Per cercare di fare chiarezza sulla situazione, la famiglia ha deciso di assumere un avvocato venezuelano.
Preoccupazioni per la salute
Negli ultimi giorni, il cugino ha espresso crescente preoccupazione per la salute di Giancarlo, che soffrirebbe di problemi intestinali e di pressione. “Da un paio di giorni non abbiamo notizie di lui,” ha dichiarato, mettendo in evidenza il drammatico isolamento e le difficoltà di comunicazione con il detenuto. “Pochi escono vivi da quelle prigioni,” ha sottolineato, evidenziando le gravi preoccupazioni relative alla sicurezza dei carcerati in Venezuela.
Coinvolgimento delle autorità italiane
L’ambasciata italiana e il consolato a Caracas sono attivamente coinvolti nel caso, mantenendo contatti con la moglie di Spinelli per monitorare la situazione. Parallelamente, un altro italiano, Alberto Trentini, è attualmente recluso in Venezuela da cinque mesi, e per lui sono in corso trattative diplomatiche per la sua liberazione. La complessità di questi casi mette in luce le sfide legate alla giustizia e ai diritti umani in un contesto politico instabile come quello venezuelano.