Violenze, Sofia: “Io soggiogata dalla sua mente diabolica. Denunciate”
“Per lui essere donna significava essere schiave” dice la donna vittima del compagno violento
(Roma). “Linferno rispetto a quello che ho passato in questi 10 anni è il paradiso. L’ho conosciuto nell’ambito lavorativo, io venivo da una situazione familiare dove avevo appena perso mio padre e vivevo un periodo di fragilità. Inizialmente si discuteva ma io non credevo che fosse pericoloso, quando sono rimasta incinta c’era la gioia del bambino ma la sua gelosia morbosa giustificata come: il tanto amore nei miei confronti. Da lì è iniziato l’incubo, ha iniziato a bere e drogarsi e dalla violenza verbale è passato a “menarmi”. Ho capito che dovevo denunciare quando ho perso mia madre, ero sola e non avevo più nessuno. Le forze dell’ordine ci dicevano di fare pace, hanno sottovalutato la nostra relazione malata. Dopo che mi ha massacrata di botte l’ho denunciato e sono entrata in un centro antiviolenza” è la storia di Sofia (nome di fantasia) rifugiata in un centro dopo aver denunciato il compagno e padre dei suoi tre figli. (v.ciccarelli)
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