Scontri, Giallini: “Si massacrano, ma in nome di cosa? Questa è una guerra fra poveri”
“Ricordo tante morti un po’ inutili. La società va indietro. Imbecilli anziché influenzare dovrebbero studiare”
Cultura (Roma). “La guerra è sempre stata fra poveri, ricordo tante morti inutili anche da ragazzo. Non ho fatto in tempo a partecipare a lotte politiche, negli anni ’70 ero piccolo e vedevo questi che si tiravano le bottiglie in Viale Somalia. Scene che ho rivisto in TV. Mi è sempre sembrato che le morti della politica siano un po’ tutte inutili. Erano ragazzi che si massacravano in nome di che? La società sta tornando indietro, l’idea è che aveva ragione Dostoevskij, finiremo in mano agli imbecilli. Oggi, uno che gli è morta la maestra da piccolo parla sui social e poi si chiede quante visualizzazioni abbia. Invece di influenzare, dovrebbe andare a scuola per imparare. E anche chi va a scuola si ammassa e poi si ammazza, credo sia un processo irreversibile. Spero che si torni indietro e si ricominci, lo facciano i nostri figli e nipoti. Vedo troppe fazioni che stanno a casa e scrivono, cose orribili, che poi restano perché nessuno cancella. E però poi oscurano un calciatore che casca per terra, mentre si leggono cose inenarrabili, terribili. La società è lo specchio di quello che è avvenuto. Parlando un po’ troppo. fra di noi.. è finita così”. Lo ha dichiarato l’attore Marco Giallini in conferenza stampa di presentazione della serie tv ACAB a Roma. (Pasquale Luigi Pellicone/alanews)
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