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A Lione in scena “La città internazionale della gastronomia”

A Lione in scena “La città internazionale della gastronomia”

Sguardo rivolto anche ai prodotti italiani

APPROFONDIMENTI (Lione, Francia). È stata presentata in anteprima alla stampa mondiale, nello splendido scenario del Grand Hotel-Dieu di Lione, ex ospedale attivo dal XII secolo, la Città Internazionale della Gastronomia, che da domani aprirà le sue porte anche al pubblico.

L’idea di un simile polo – che nei prossimi anni sorgerà anche a Parigi, Bourdeaux e Tours, prende avvio dal 2010, quando il settore gastronomico francese è stato dichiarato Patrimonio dell’Unesco. Da qui la necessità di rendere materiale quello che, in realtà, è un patrimonio immateriale e di valorizzare nel miglior modo possibile quello che la Francia ritiene una delle sue più grandi ricchezze: il mangiar bene.

Con questa Città Internazionale – per il cui allestimento c’è stata una stretta collaborazione con il Museo delle Confluenze – Lione diventa dunque il tempio della gastronomia francese, con un’aspettativa di 300 mila visitatori l’anno. A differenza dei modelli cui siamo abituati in Italia, come ad esempio FICO Eataly, la Città della Gastronomia non si concentrerà sulla vendita, quanto piuttosto sulla valorizzazione della nutrizione e del benessere a essa legato. Uno spazio, dunque, a disposizione di masterclass ed eventi promozionali rivolti a scuole, turisti ed esperti del settore che vogliano approfondire gli aspetti meno conosciuti della cucina francese e, più in generale, mediterranea. Con uno sguardo particolare rivolto all’internazionalizzazione. Ogni sei mesi, infatti, la Città della Gastronomia aprirà le porte a un Paese ospite. Per l’apertura, l’onore è toccato al Giappone.

I visitatori avranno la possibilità di visitare il padiglione espositivo principale (comprensivo di un polo didattico dedicato ai bambini) pagando un biglietto di 12 euro. Con 24 euro, invece, potranno anche accedere a una degustazione enogastronomica che, nelle intenzioni degli organizzatori, dovrà rappresentare un’immersione sensoriale che cambia in base allo scorrere delle stagioni. I visitatori, inoltre, potranno assistere alla preparazione degli assaggi e ascoltare le spiegazioni dei dieci cuochi al lavoro dietro il bancone.

Michelin Régis Marcon: chef tre stelle:

“L’obiettivo della “città della gastronomia” è quello di essere aperta. Per esempio a Milano fate un lavoro straordinario, io spesso faccio riferimento all’Italia, perché avete salvaguardato i piccoli produttori agricoli. Questo è importante, perché quando si parla di alimentazione la cosa più importante è il prodotto e la città internazionale della gastronomia si pone come luogo di incontro internazionale, non solo di prodotti francesi. Abbiamo tutto l’interesse a lavorare insieme agli altri Stati. Per esempio, se parliamo di pane, voi in Italia fate un lavoro straordinario a livello di fermentazione. Abbiamo tutto l’interesse a incontrarci tra addetti ai lavori e produttori di diversi Paesi perché ciascuno possa nutrirsi dell’esperienza degli altri””.

Florent Bonnetain, direttore della Città Internazionale della Gastronomia di Lione:

“Per noi la gastronomia è “la regola della pancia”. Cioè è sia la cucina tre stelle con i grandi chef, sia l’alimentazione quotidiana. Riflettiamo su come, nella vita di tutti i giorni, possiamo pensare a utilizzare un buon prodotto, a garantire una buona alimentazione e a fare in modo che la gastronomia non sia riservata solo a occasioni eccezionali”.

Florent Bonnetain, direttore della Città Internazionale della Gastronomia di Lione:

“L’Italia avrà un ruolo particolare all’interno della Città della gastronomia, perché abbiamo dei legami di vicinanza evidenti. Abbiamo già programmato un evento per il 30 novembre sulla cucina e le ricette di Leonardo Da Vinci. È davvero importante per noi questo legame con l’Italia. Faremo tante altre cose, al di là dell’esposizione gastronomica vera e propria. Le penseremo per i prossimi anni”. (Francesco Gilioli)

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