Da Tivoli a Capalbio per raggiungere l’eccellenza dei liquori italiani
Agostino Jacobelli: “Non è un lavoro, ma la mia passione”
(Capalbio). E’ da più di 50 anni che i liquori Jacobelli risultano un vero e proprio fiore all’occhiello per tutti gli amanti del genere. Il primo fu un amaretto a base di mandorle, quando ancora papà Antonio gestiva un bar a Tivoli e il giovane e appassionato figlio decise di avviare un’attività che oggi, trasferitasi a Capalbio, parla di 1200 bottiglie al giorno delle innumerevoli varietà.
Dal Nocino al Limoncello, all’Arancello, dal Rosolio, a base di rose, all’Acquasanta, infuso d’erbe a 70°. Dalla Sambuca al Centerbe, al liquore al caffè, per finire con l’amaro di Capalbio, di nativa origine etrusca, la famiglia Jacobelli continua a offrire vere e proprie eccellenze senza mai oltrepassare il limite: “Aumentare la produzione significherebbe approdare sugli scaffali dei supermercati: perderemmo quell’autenticità che invece gelosamente custodiamo” raccontano Agostino e la figlia Barbara. (Andrea Eusebio/alanews)
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