Verona, 08 APR – I dazi americani stanno influenzando le strategie delle aziende vitivinicole al Vinitaly. Un sondaggio di Intesa Sanpaolo rivela che molte imprese cercano nuovi mercati e prevedono di aprire filiali negli USA. Nonostante le sfide, l’export agroalimentare italiano cresce, con il vino tra i settori trainanti
Durante il 57° Vinitaly, la manifestazione di riferimento per il settore vitivinicolo che si svolge a Verona, le cantine italiane si trovano a dover affrontare sfide significative a causa dell’inasprimento dei dazi statunitensi. Secondo un’indagine condotta da Intesa Sanpaolo, presentata da Massimiliano Cattozzi, responsabile della Direzione Agribusiness, quasi il 50% delle aziende vitivinicole italiane sta pianificando di cercare nuovi clienti in mercati alternativi, mentre circa un terzo sta valutando l’apertura di filiali commerciali o produttive negli Stati Uniti. Questo cambiamento di strategia è un chiaro indicatore della necessità di adattarsi a un contesto commerciale in rapido mutamento.
L’impatto dei dazi sulle strategie delle cantine
I dazi, che hanno raggiunto il 50% per alcuni prodotti, hanno costretto le imprese a rivedere le proprie strategie di ingresso e di espansione. Oltre alla ricerca di nuove opportunità, si osserva anche un atteggiamento di attesa riguardo agli investimenti futuri, con una percentuale significativa di aziende che sta considerando di rivedere i listini per il mercato statunitense. Questo scenario non è solo un problema per le cantine, ma riflette una dinamica più ampia che coinvolge l’intero settore agroalimentare italiano.
Crescita dell’export agroalimentare italiano
Nonostante le difficoltà poste dai dazi, l’export agroalimentare italiano ha mostrato segni di crescita. Nel 2024, il settore ha registrato un incremento del 8,3% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un valore totale di 67,5 miliardi di euro. Gli Stati Uniti rappresentano un mercato cruciale per l’export italiano, contribuendo al 13,4% del totale delle esportazioni di alimentari e bevande. Questo dato è particolarmente significativo, in quanto supera la media del manifatturiero, che si attesta al 10,4%.
Per alcuni comparti, come le bevande dissetanti e le acque minerali, la quota di mercato statunitense supera addirittura il 28%, mentre per l’olio e il vino si attesta intorno al 25%. Relativamente al vino, le esportazioni nel 2024 hanno superato gli 8 miliardi di euro, con un incremento del 5,5% rispetto al 2023. Questo aumento è stato trainato da risultati positivi nei mercati oltreoceano, in particolare negli Stati Uniti, dove le vendite sono cresciute del 10,2%, e in Canada, con un incremento del 15,2%. Anche il mercato tedesco ha contribuito positivamente, con un aumento del 3,7%, mentre il Regno Unito ha visto un incremento più modesto, pari all’1%.
Sostenibilità e innovazione nel settore vitivinicolo
Cattozzi ha sottolineato l’importanza del supporto alle circa 7.000 aziende vitivinicole italiane, evidenziando come il settore si trovi ad affrontare sfide cruciali legate all’internazionalizzazione, alla sostenibilità, alla digitalizzazione e al ricambio generazionale. Intesa Sanpaolo ha messo in campo strumenti finanziari significativi, con quasi 7 miliardi di euro di erogazioni dalla creazione della Direzione Agribusiness nel 2021. Inoltre, sono stati concessi 80 milioni di euro per pegno rotativo su prodotti agroalimentari DOP, di cui 20 milioni specificamente destinati al vino Doc/Docg/Ig.