Un aereo di Ryanair | Photo by Michael Oldfield licensed under CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/deed.en) - Alanews.it
Il tema dei dazi e delle guerre commerciali ha riacceso i riflettori sull’industria dell’aviazione. Durante il summit annuale dell’associazione europea Airlines for Europe (A4E), i leader di alcune delle principali compagnie aeree europee hanno discusso ampiamente degli effetti potenziali che le tensioni commerciali, in particolare quelle legate agli Stati Uniti, potrebbero avere sul settore. Il CEO di Ryanair, Michael O’Leary, ha dichiarato che è improbabile che i dazi colpiscano direttamente i produttori di aeromobili. Tuttavia, ha anche avvertito che le incertezze rimangono e che la situazione potrebbe evolversi in modi imprevisti.
Allo stesso modo, il CEO di Lufthansa, Carsten Spohr, ha rassicurato riguardo alla domanda di voli transatlantici, affermando che non si osserva un calo significativo nei flussi di passeggeri tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti nonostante le nuove misure tariffarie. Queste dichiarazioni sembrano riflettere un certo ottimismo, ma non mancano le preoccupazioni per un settore che, a causa della pandemia, ha già affrontato sfide senza precedenti.
Negli ultimi anni l’aviazione europea ha dimostrato una resilienza notevole, recuperando rapidamente dopo le restrizioni di viaggio imposte durante i picchi della pandemia di COVID-19. Tuttavia, la ripresa è ancora fragile e gli attori del settore sono consapevoli dei rischi associati a conflitti commerciali e a politiche protezionistiche. L’industria aerea è globalizzata e interconnessa, il che significa che anche piccoli cambiamenti nelle politiche commerciali possono avere ripercussioni significative.
Un’altra questione cruciale emersa durante il summit è stata la richiesta di rinvio dell’obbligo dell’UE di utilizzare il 6% di carburante sostenibile per aerei (SAF) entro il 2030. O’Leary, insieme ai CEO di altre compagnie aeree come IAG, Lufthansa e Air France-KLM, ha espresso preoccupazione per i costi elevati e la scarsa disponibilità di SAF, avvertendo che questi fattori potrebbero compromettere la competitività dell’aviazione europea. Attualmente, il SAF rappresenta solo lo 0,3% del mercato globale e il suo costo può arrivare fino a cinque volte quello del carburante tradizionale.
Con l’obiettivo di aumentare l’uso di carburanti sostenibili, le compagnie aeree europee sono chiamate a un compito ambizioso e impegnativo. Quest’anno, si prevede che il mix di carburante delle compagnie aeree europee includerà solo il 2% di SAF. La transizione verso l’uso di carburanti più ecologici è cruciale non solo per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, ma anche per rispondere alle crescenti pressioni da parte di governi e consumatori per un’aviazione più responsabile e meno inquinante.
Durante il summit, i leader del settore hanno denunciato anche le disparità normative che caratterizzano il mercato globale dell’aviazione. Le regolamentazioni europee sulla sostenibilità impongono costi considerevoli rispetto ai concorrenti internazionali, che non sono soggetti agli stessi obblighi. Questa situazione mette a rischio la competitività delle compagnie aeree europee, in particolare nei confronti dei vettori statali in Oriente e di compagnie private statunitensi. Spohr ha avvertito che l’aviazione europea rischia di perdere quote di mercato a favore di questi concorrenti e ha sollecitato normative più flessibili che possano consentire una maggiore competitività.
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