Roma, 27 mar. – L’applicazione di dazi reciproci del 25% sui farmaci potrebbero costare 76,6 miliardi di dollari all’industria farmaceutica. Gli Stati Uniti importano farmaci per 212 miliardi, esportando solo 94,4 miliardi. La stima indica gravi effetti sui costi per pazienti e aziende.
L’industria farmaceutica si trova attualmente ad affrontare una sfida senza precedenti a causa dell’introduzione di dazi reciproci tra gli Stati Uniti e il resto del mondo. Secondo un’analisi condotta dall’economista sanitario Fabrizio Gianfrate, l’applicazione di dazi del 25% sui farmaci potrebbe comportare un costo complessivo di 76,6 miliardi di dollari per le aziende. Questa cifra non è solo un numero, ma rappresenta un potenziale terremoto per un settore già in difficoltà per problemi economici e logistici.
Analisi dei costi e delle esportazioni
L’analisi di Gianfrate mette in luce i numeri chiave del commercio internazionale di farmaci. Gli Stati Uniti importano farmaci per un valore di 212 miliardi di dollari, mentre le esportazioni verso altri Paesi ammontano a 94,4 miliardi. Se i dazi al 25% venissero confermati, si verificherebbe un trasferimento di fondi significativo:
- 23,6 miliardi di dollari finirebbero nelle casse dell’erario statunitense;
- 53 miliardi di dollari andrebbero a beneficio degli altri Stati coinvolti.
Un aspetto cruciale dello studio è il ruolo dell’Europa nel panorama delle esportazioni statunitensi. Circa un quarto delle esportazioni farmaceutiche americane è destinato ai Paesi dell’Unione Europea, corrispondente a circa 48,2 miliardi di dollari. L’introduzione di dazi da parte dell’UE avrebbe un impatto diretto sulle aziende statunitensi, con costi aggiuntivi pari a 12 miliardi di dollari. Di questi, circa 790 milioni ricadrebbero direttamente sull’Italia, un dato significativo in un contesto in cui il sistema sanitario già fatica a sostenere i costi.
Impatti sui prezzi e sulla disponibilità dei farmaci
L’economista Gianfrate evidenzia che l’impatto delle tariffe doganali non si limita a un semplice trasferimento di denaro. Infatti, i dazi potrebbero tradursi in un incremento dei prezzi dei farmaci. Questo fenomeno, in un settore caratterizzato da un’elevata competitività e margini di profitto ridotti, rischia di gravare pesantemente sui pazienti e sui sistemi sanitari nazionali. Le famiglie potrebbero trovarsi a dover affrontare costi maggiori per l’acquisto di farmaci, mentre i governi potrebbero dover intervenire per compensare l’aumento delle spese sanitarie.
Un altro aspetto preoccupante è la possibilità che alcuni medicinali diventino non più profittevoli per le aziende farmaceutiche a causa dell’aumento dei costi. Questo scenario potrebbe portare a un ritiro dal mercato di determinati farmaci, generando carenze e compromettendo la disponibilità di trattamenti essenziali.
Conseguenze sul sistema sanitario e sulla salute pubblica
La questione dei dazi sui farmaci si inserisce in un contesto più ampio di tensioni commerciali e politiche tra Stati Uniti e altri Paesi. Negli ultimi anni, si è assistito a un crescente protezionismo che ha messo in discussione i principi del libero scambio. Le politiche commerciali adottate dalle varie nazioni influenzano non solo il settore economico, ma anche la salute pubblica. Le aziende farmaceutiche, nel tentativo di mantenere i propri margini di profitto, potrebbero essere indotte a rivedere le loro strategie di investimento e ricerca, con conseguenze negative per i pazienti.
Inoltre, l’impatto dei dazi non sarà uniforme. I Paesi con economie più fragili, come l’Italia, potrebbero risentirne maggiormente, con un aumento dei costi per i pazienti e un possibile indebolimento del sistema sanitario. La sfida sarà quindi quella di trovare un equilibrio tra la protezione dell’industria nazionale e la necessità di garantire accesso a farmaci essenziali a tutti i cittadini.
In questo contesto, è fondamentale che i governi e le istituzioni internazionali lavorino insieme per trovare soluzioni che possano mitigare gli effetti negativi dei dazi. La salute pubblica non deve essere sacrificata in nome di interessi economici, e la comunità internazionale ha la responsabilità di garantire che i farmaci rimangano accessibili e disponibili per tutti. La questione dei dazi sui farmaci è solo un aspetto di un problema più grande, che richiede un’analisi attenta e una risposta coordinata a livello globale.