Ior, assoluzione in appello per ex dirigenti: “Finito un incubo, noi trasparenti”
“Conforto per ingiustizie e danni professionali. Speriamo ci aiuti a ottenere verità in Tribunale Vaticano”
ECONOMIA (Roma). “Questa sentenza ci ripaga e ci dà un po’ di conforto per tutte le ingiustizie subite e per i danni professionali”, “oggi finalmente è finito un incubo” così Paolo Cipriani e Massimo Tulli, ex direttore generale ed ex vicedirettore dello IOR, dopo la sentenza della Corte di Appello di Roma. I due ex dirigenti sono stati assolti dalle accuse relative al trasferimento di 23 milioni di euro da una filiale del Credito Artigiano alla Banca del Fucino (3 milioni) e alla Jp Morgan Frankfurt (20 milioni). “È stato dichiarato il non luogo a procedere anche alcune contravvenzioni relative all’indagine”, spiega Massimo Ferrendino difensore di Tulli e Cipriani insieme al professor Franco Coppi e Luigi Chiappero. Ammende legate alle accuse di aver violato nel 2010 la normativa in materia di antiriciclaggio, che nel 2017 avevano portato ad una condanna e per le quali oggi la prima sez. di appello di Roma ha i dichiarato il non luogo a procedere, respingendo l’appello del pm che chiedeva la revisione di tutti i capi di imputazione. I due dirigenti condannati invece dal Tribunale vaticano sperano che questa assoluzione “dove siamo usciti liberi, abbia dimostrato la nostra trasparenza” e che “questo possa aiutarci anche nella vicenda interna al Vaticano” anche se “siamo ben consci che le vicende sono separate”.
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