In un contesto di incertezze economiche e sfide globali, le parole di Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, si fanno sentire come un forte appello all’azione. Durante la presentazione del rapporto sulle previsioni economiche del centro studi di via dell’Astronomia, Orsini ha messo in evidenza l’importanza di misure straordinarie e di un coraggio decisivo da parte del governo italiano e dell’Unione Europea. “Abbiamo bisogno di politiche che mettano al centro l’industria”, ha affermato, sottolineando la necessità di un ripensamento delle strategie economiche attuali.
L’impatto dei dazi commerciali
Orsini ha messo in guardia sull’impatto potenzialmente devastante che i dazi commerciali annunciati dall’amministrazione statunitense potrebbero avere sull’Italia. I settori più vulnerabili, come quello farmaceutico, alimentare e tessile, rischiano di subire conseguenze gravose. “Bisognerà valutare con molta attenzione i dazi che Trump annuncerà. Per l’Italia il rischio c’è, e il nostro Centro Studi sta quantificando l’impatto che sarà imponente”, ha detto in un’intervista alla Stampa il presidente di Confindustria Emanuele Orsini. “Il nostro Centro Studi sta quantificando l’impatto, e i risultati sono preoccupanti”, ha dichiarato, evidenziando che è fondamentale che l’Europa mantenga una posizione unita e dialogante, evitando conflitti diretti con gli Stati Uniti. “Se si alimentasse uno scontro con Washington, a beneficiarne sarebbe solo la Cina”, ha avvertito Orsini.
Azioni per affrontare la crisi
Per affrontare questa crisi, ha proposto tre azioni immediate: innanzitutto, accelerare il taglio dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea, che potrebbe contribuire a deprezzare l’euro e attutire gli effetti dei dazi. In secondo luogo, è cruciale stipulare nuovi accordi commerciali con paesi come Messico, India, Giappone, Thailandia e Vietnam, per creare uno scudo contro le guerre tariffarie. Infine, Orsini ha sollecitato il rafforzamento del mercato unico europeo per facilitare gli scambi intra-Ue.
Sfruttare le relazioni internazionali
Inoltre, ha sottolineato l’importanza di sfruttare le relazioni positive con l’amministrazione americana per ottenere vantaggi per l’industria italiana. Nonostante le difficoltà, le imprese italiane hanno mostrato una resilienza straordinaria, raggiungendo record nell’export. Tuttavia, Orsini ha avvertito che la minaccia di delocalizzazione per molte aziende è concreta e deve essere affrontata con urgenza. La competitività dell’industria italiana è messa a repentaglio da fattori come il costo dell’energia e la burocrazia, due elementi che richiedono interventi immediati per garantire un futuro prospero.
Ulteriori dichiarazioni di Orsini
“Credo che i numeri che oggi vedrete ci dovranno fare riflettere”, premette il leader degli industriali aprendo il convegno per la presentazione del rapporto con le previsioni economiche di primavera del centro studi di Confindustria. Emanuele Orsini sottolinea “due parole che utilizziamo da mesi”, dice: “Una è ‘sveglia’, l’altra è ‘il tempo è finito”. E sottolinea: “Ho capito queste parole non vengono prese sul serio”. Le imprese italiane e europee, avverte, sono oggi “una barca sul fiume dove noi sappiamo che a un chilometro dalla nostra distanza abbiamo una cascata”. Sono “eroi”. “Siamo eroi ma siamo consapevoli che la cascata c’è, ci sarà. Dobbiamo rimettere da subito al centro gli investimenti”. Il presidente di Confindustria avverte: “Noi abbiamo bisogno di mettere al centro gli investimenti, abbiamo bisogno che vengano fatte politiche al sostegno delle imprese in Italia e in Europa. Penso al costo dell’energia: è un tema fondamentale, abbiamo bisogno da subito di reagire. Penso alla burocrazia: in Italia vale 80 miliardi di euro l’anno per le piccole le grandi imprese. Sono più di tre finanziarie”. Può servire un contratto di sviluppo, servono automatismi per gli investimenti, dice Orsini: il piano Industria 5.0 “non è la soluzione”. Serve un piano “strutturale per il nostro paese, ma anche per l’Europa. Serve un piano come è stato costruito in Germania. Serve coraggio”. E serve “fiducia” perché si possa investire. E c’è oggi l’allarme dazi: “Facciamo una riflessione, oggi sarà fondamentale capire cosa succederà. Ma per un Paese come il nostro, esportatore di 626 miliardi, dove abbiamo saputo in ogni modo reagire, in questi momenti di difficoltà non possiamo pensare che i dazi per noi non siano un problema. Sicuramente, se stasera verranno applicati i dazi all’Europa sarà un ennesimo stop alle nostre imprese e alle nostre industrie”.