Pensioni in crescita nel 2026 grazie alla rivalutazione legata all’inflazione: il Documento di finanza pubblica prevede un aumento fino all’1,8%
Con l’approvazione del Documento di finanza pubblica (Dfp) da parte del Consiglio dei ministri, si delineano le prospettive per le pensioni italiane nel 2026. A partire dal 1° gennaio del prossimo anno, i trattamenti pensionistici potrebbero subire un incremento significativo, grazie alla rivalutazione degli assegni in base al tasso di inflazione. Questo meccanismo è fondamentale per garantire che le pensioni mantengano il loro potere d’acquisto in un contesto economico sempre più complesso.
La rivalutazione delle pensioni
La rivalutazione, nota anche come perequazione, è un processo che consente di aggiornare gli importi pensionistici in relazione all’andamento dei prezzi al consumo. Questo strumento, regolato dalla legge n. 448 del 1998, ha come obiettivo principale quello di proteggere i pensionati dall’erosione del potere d’acquisto causata dall’inflazione. La rivalutazione si basa sull’inflazione dell’anno precedente, come certificato dall’Istat, e rappresenta una misura essenziale per garantire una vita dignitosa agli anziani.
Secondo le prime proiezioni fornite dal Dfp, il tasso di inflazione per il prossimo anno è atteso all’1,6%, con previsioni di un incremento fino al 2%. Questo tasso è stato influenzato in modo significativo dall’andamento del mercato energetico, che ha registrato un aumento dei prezzi superiore al 3% su base annua. In base a questi dati, si stima che le pensioni nel 2026 potrebbero aumentare tra l’1,6% e l’1,8%, a seconda dell’andamento reale dei prezzi.
Le fasce di aumento delle pensioni
Un elemento importante da considerare è che l’aumento non sarà omogeneo per tutte le categorie di pensionati, ma sarà applicato in tre fasce diverse. Le pensioni che non superano quattro volte il trattamento minimo vedranno una rivalutazione del 100%. Per le pensioni comprese tra quattro e cinque volte il trattamento minimo, l’aumento sarà del 90%, mentre per quelle superiori a cinque volte il trattamento minimo, la rivalutazione scenderà al 75%. Questo sistema progressivo è stato pensato per tutelare maggiormente i pensionati con redditi più bassi.
Nel 2024, il trattamento minimo di pensione era fissato a 598,61 euro, e pertanto gli assegni sotto la soglia di 2.394,44 euro beneficeranno di un incremento totale. Con l’aumento del trattamento minimo a 603,40 euro previsto per il 2025, le soglie di rivalutazione subiranno un adeguamento. Per esempio, chi percepisce una pensione di 800 euro potrebbe vedere un aumento mensile compreso tra 12,80 e 14,40 euro, mentre per pensioni di 1.200 euro l’incremento potrebbe arrivare tra 19,20 e 21,60 euro.
Altre forme di prestazioni assistenziali
È interessante notare che la rivalutazione non riguarderà solo le pensioni ordinarie, ma anche altre forme di prestazioni assistenziali. Per il 2026, si prevede che l’assegno sociale aumenti da 534,41 a 539,75 euro, mentre la pensione di invalidità civile passerà da 333,33 a 336,66 euro. Inoltre, è allo studio un possibile intervento per le pensioni minime, che potrebbe portare gli importi a un range compreso tra 617,90 e 620 euro.
Un ulteriore aspetto da tenere d’occhio riguarda i nuovi coefficienti di trasformazione che entreranno in vigore nel 2026. Questi coefficienti influenzeranno il calcolo delle pensioni per coloro che si ritireranno dal lavoro in quel periodo. Secondo alcune analisi, un lavoratore che compie 67 anni nel 2025 e ha accumulato un montante contributivo di 400.000 euro potrebbe vedere il proprio assegno annuo ridotto di circa 460 euro rispetto a chi si fosse ritirato nel 2024.
Le dinamiche delle pensioni in Italia, quindi, si confermano un tema di grande rilevanza, non solo per i diretti interessati, ma anche per l’intera economia del paese. La gestione della rivalutazione, insieme alle politiche di sostegno ai pensionati, rappresenta una sfida cruciale per il governo, in un contesto caratterizzato da un’inflazione crescente e da un mercato del lavoro in continua evoluzione.