L’industria automobilistica italiana sta attraversando una crisi profonda, con marchi storici come Alfa Romeo, Maserati e Lancia che si trovano in una situazione critica. Le dichiarazioni dell’ex amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, evidenziano un futuro incerto per questi marchi: “C’erano molte persone che bussavano alla mia porta per farmi vendere l’Alfa Romeo. E ce ne erano tante altre che mi dicevano che avrei dovuto uccidere Lancia. Ho sempre detto no.” A un anno di distanza, le prospettive per questi nomi iconici sono sempre più cupe.
L’incertezza del futuro
La nuova dirigenza di Stellantis è chiamata a rispondere a domande cruciali sulla sostenibilità e la redditività dei marchi italiani. Con un portafoglio che include nomi storici come Fiat, Abarth, Jeep e marchi europei come Opel e Peugeot, la diversificazione si sta rivelando più un onere che un vantaggio. Secondo Reuters, il prossimo amministratore delegato dovrà affrontare queste difficoltà, e marchi come Alfa Romeo e Lancia potrebbero essere i principali indiziati per una possibile dismissione.
Dati allarmanti sulle immatricolazioni
I dati sulle immatricolazioni sono allarmanti:
- Lancia ha registrato un calo del 27,2% nel 2024 rispetto all’anno precedente.
- La nuova Ypsilon, simbolo di eleganza italiana, ha visto solo 3.900 unità immatricolate, con la maggior parte delle vendite in Italia.
- Alfa Romeo ha immatricolato 42.387 veicoli nel 2024, subendo un calo del 9,8%.
Questi numeri mettono in luce le difficoltà di Lancia e Alfa Romeo nel trovare un posizionamento adeguato nel mercato globale.
Maserati: un marchio in declino
La crisi non risparmia nemmeno Maserati, il simbolo del lusso italiano. Nel 2024, le consegne sono crollate del 57%, passando da 26.600 a 11.300 unità. Questo è un duro colpo per un marchio che ha sempre rappresentato l’eccellenza nel settore automobilistico. A differenza di marchi come Ferrari e Lamborghini, Maserati sembra bloccata in una spirale discendente, aggravata dalla chiusura dello stabilimento di Grugliasco.
La crisi produttiva di Cassino
Le difficoltà di Stellantis si riflettono anche nello stabilimento di Cassino, dove la produzione ha subito una flessione del 45%. Con circa 2.500 dipendenti attualmente occupati, la situazione è diventata insostenibile. La produzione dell’Alfa Romeo Giulia e della Stelvio rappresenta solo una parte delle operazioni, mentre il resto è dominato dalla Maserati Grecale.
In questo contesto, l’industria automobilistica italiana ha bisogno di un intervento forte e deciso per riprendersi dalla crisi. La situazione è ulteriormente complicata da un mercato globale in evoluzione, dove le tensioni geopolitiche e le guerre commerciali possono influenzare le strategie aziendali.
La questione occupazionale sarà al centro dell’attenzione durante l’audizione di John Elkann, presidente e amministratore delegato ad interim di Stellantis. La preoccupazione per i posti di lavoro e la stabilità economica del settore è palpabile. Gli investitori e gli analisti stanno osservando con attenzione l’evoluzione della situazione, poiché la possibilità di vendite o chiusure di marchi storici rappresenta un colpo duro per l’industria automobilistica italiana e per la sua cultura.
In un contesto di sfide senza precedenti, la capacità di Stellantis di affrontare queste difficoltà sarà fondamentale. È imperativo che l’azienda trovi soluzioni innovative e sostenibili per garantire la sopravvivenza dei suoi marchi più iconici e mantenere viva la tradizione automobilistica italiana.