Svezia, cittadini boicottano la spesa in risposta all'aumento dei prezzi
In Svezia, i cittadini protestano contro i prezzi alimentari troppo alti tramite un boicottaggio che esclude le catene di supermercati. Avviato il 17 marzo, il movimento, diffuso sui social, ha acceso il dibattito politico sulle cause degli aumenti dei costi.
In Svezia, un interessante fenomeno di protesta sta catturando l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica: un boicottaggio di una settimana dei supermercati, avviato dai cittadini in risposta all’impennata dei prezzi alimentari. A partire dal 17 marzo 2025, molti consumatori hanno deciso di disertare le grandi catene di distribuzione, come Lidl, Ica e Coop, per esprimere il loro malcontento riguardo a quelli che considerano “prezzi alimentari fuori controllo”.
Secondo dati forniti da Statistics Sweden, il costo annuale per nutrire una famiglia è aumentato di circa 30.000 corone svedesi, equivalenti a circa 2.700 euro, dal gennaio 2022. Le proiezioni attuali suggeriscono che un pacchetto di caffè potrebbe superare la soglia simbolica di 100 corone (circa 9,20 euro), con un incremento di oltre il 25% dall’inizio del 2024. Questo aumento ha spinto molti cittadini a chiedere misure concrete per affrontare la situazione.
La campagna di boicottaggio, nota come “Bojkotta vecka 12” (Settimana del boicottaggio 12), è stata alimentata da un attivo coinvolgimento sui social media, con post virali su piattaforme come TikTok e Instagram. Questo ha reso la questione un tema di dibattito nazionale, mobilitando migliaia di persone e trasformando una protesta individuale in un’iniziativa collettiva.
I manifestanti attribuiscono l’aumento dei prezzi a un oligopolio di supermercati e grandi produttori, che, a loro avviso, antepongono i profitti alle esigenze dei consumatori. Questa mancanza di concorrenza viene vista come un fattore chiave nel deterioramento del potere d’acquisto delle famiglie svedesi. Dall’altra parte, i rappresentanti dei supermercati e delle associazioni di categoria giustificano l’aumento dei costi con una serie di fattori esterni, tra cui:
La situazione ha immediatamente assunto connotati politici, con il portavoce economico del partito socialdemocratico, Mikael Damberg, che ha attaccato il governo di centro-destra in Parlamento. Damberg ha affermato che “oggi in Svezia, le famiglie comuni svuotano i loro conti di risparmio e prendono in prestito denaro per sopravvivere alla vita di tutti i giorni”. Questa affermazione mette in evidenza le difficoltà economiche che molte famiglie stanno affrontando e solleva interrogativi sulle politiche economiche in atto.
In risposta alle critiche, il ministro delle finanze, Elisabeth Svantesson, ha cercato di difendere l’operato del governo, sottolineando che l’inflazione è diminuita dal 10% al 1,3% da quando l’attuale amministrazione è in carica. Tuttavia, i cittadini sembrano essere scettici riguardo a tali affermazioni, continuando a lottare contro l’aumento dei costi della vita.
L’iniziativa di boicottaggio dei supermercati in Svezia rappresenta un’importante espressione di disagio sociale e economico. Con l’aumento costante dei prezzi e la crescente insoddisfazione tra i consumatori, le future politiche economiche potrebbero dover affrontare una pressione crescente per rispondere alle esigenze di una popolazione in difficoltà. La reazione dei cittadini svedesi potrebbe, quindi, fungere da catalizzatore per un dibattito più ampio sulle politiche alimentari e sulla giustizia economica, non solo in Svezia, ma in tutta Europa.
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