Il presidente della Serbia, Aleksandar Vučić | Instagram @buducnostsrbijeav - alanews.it
Oggi, sabato 12 aprile 2025, in Serbia si svolgono mobilitazioni popolari e manifestazioni. A Belgrado ha inizio un evento di sostegno al presidente Vučić, con migliaia di partecipanti. Novi Pazar vive proteste studentesche contro corruzione e scarsa democrazia. La tensione è alta, ma senza incidenti.
Oggi la Serbia ha vissuto una significativa mobilitazione popolare caratterizzata da manifestazioni contrapposte, con migliaia di cittadini che si sono radunati nelle piazze di diverse città. L’evento centrale si è svolto a Belgrado, dove i sostenitori del presidente Aleksandar Vučić e del suo governo hanno partecipato a una manifestazione di sostegno, mentre in altre località, come Novi Pazar, gli studenti hanno organizzato proteste contro le autorità, accusandole di corruzione e di mancanza di democrazia.
A Belgrado, il fulcro delle manifestazioni si è concentrato davanti al Parlamento, dove il presidente Vučić ha tenuto un discorso atteso con interesse. Durante l’evento, i partecipanti hanno srotolato una bandiera serba lunga 200 metri, simbolo di unità nazionale. Vučić ha colto l’occasione per annunciare la creazione di un nuovo “Movimento popolare”, volto a unire le forze nazionalpatriottiche del Paese. Nel suo intervento, il presidente ha denunciato ciò che ha definito “forze distruttive” presenti nella società, sostenendo che queste cercassero di imporre il “terrore di una minoranza” sulla volontà della maggioranza. Lo slogan della manifestazione, “Non cediamo la Serbia“, ha risuonato tra i presenti, riflettendo l’intento del governo di contrastare le recenti agitazioni e i blocchi stradali che hanno disturbato la vita quotidiana dei cittadini.
In contrasto con gli eventi di Belgrado, a Novi Pazar, nel sud della Serbia, è in corso una grande protesta organizzata da studenti universitari. Questi giovani manifestanti hanno espresso il loro dissenso nei confronti delle autorità, accusandole di corruzione e di limitare la libertà di espressione e di stampa. La città, che si trova nella regione a maggioranza musulmana del Sangiaccato, ha visto un afflusso di studenti che si sono mobilitati da diverse città come Belgrado, Niš, Novi Sad e Kragujevac.
La polizia è intervenuta in alcuni momenti critici, rimuovendo gruppi di giovani che si erano stesi sull’asfalto per bloccare il passaggio degli autobus diretti a Belgrado. Nonostante la tensione palpabile, non si sono registrati incidenti significativi, a testimonianza di un certo autocontrollo da entrambe le parti.
Parallelamente alle manifestazioni nazionali, un gruppo di circa ottanta studenti universitari sta intraprendendo un viaggio in bicicletta verso Strasburgo. Partiti da Novi Sad, questi giovani hanno percorso oltre 1.300 km attraverso diverse città europee, con l’intento di presentare le loro istanze alle istituzioni europee. La loro missione è stata accolta calorosamente dalle comunità serbe della diaspora, che hanno organizzato eventi di sostegno e festeggiamenti lungo il percorso. L’arrivo a Strasburgo è previsto per il 15 aprile, dove sperano di attirare l’attenzione delle autorità europee sulle difficoltà affrontate in Serbia.
Le manifestazioni in Serbia rappresentano un momento cruciale per il Paese, evidenziando le divisioni interne e le tensioni politiche. Mentre i sostenitori di Vučić chiedono stabilità e unità nazionale, i gruppi di protesta richiedono riforme e maggiore democrazia. La situazione continua a evolversi, con l’attenzione di osservatori nazionali e internazionali rivolta agli sviluppi futuri.
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