Il premier australiano Anthony Albanese ha ufficialmente indetto elezioni generali per il 3 maggio 2025, dando inizio a una campagna elettorale di cinque settimane che si preannuncia particolarmente intensa e competitiva. Questa decisione è stata comunicata durante una conferenza stampa presso la Parliament House, dove Albanese ha delineato le sfide che il suo governo intende affrontare per ottenere la fiducia degli elettori per un secondo mandato triennale.
Le elezioni si svolgeranno in un clima di crescente preoccupazione per il costo della vita e la crisi abitativa che affliggono il paese, temi diventati centrali nel dibattito politico australiano. Anthony Albanese, leader del Partito Laburista di centro-sinistra, si troverà a competere contro Peter Dutton, leader della coalizione liberale-nazionale.
Il contesto politico ed economico
Negli ultimi anni, la pressione economica in Australia è aumentata notevolmente. Da quando Albanese è salito al potere, la Banca Centrale australiana ha effettuato ben 12 aumenti dei tassi di interesse per controllare l’inflazione. Tuttavia, a febbraio 2025, la Banca ha deciso di abbassare il tasso di riferimento di un quarto di punto percentuale, portandolo al 4,1%. Questo cambiamento è visto come un segnale che la fase più critica delle pressioni inflazionistiche potrebbe essere passata, ma molti australiani continuano a sentirne gli effetti nella vita quotidiana. Albanese ha affermato: “Negli ultimi anni, abbiamo affrontato molte critiche, ma il nostro governo ha scelto di affrontare le sfide globali a modo nostro: aiutando le persone in difficoltà e costruendo un futuro migliore”.
La crisi del costo della vita non è l’unica sfida che il governo di Albanese deve affrontare. Anche la carenza di alloggi è diventata un tema cruciale. Il premier ha promesso di costruire 1,2 milioni di nuove abitazioni nei prossimi cinque anni, un obiettivo ambizioso che ha avuto un avvio lento nel 2023. Dall’altra parte, Peter Dutton ha proposto di affrontare il problema dell’abitazione limitando l’immigrazione e permettendo agli australiani di utilizzare i risparmi accumulati nei fondi pensionistici per l’acquisto di case.
Le proposte dei principali candidati
Albanese e Dutton si trovano a fronteggiarsi su questioni economiche e sociali estremamente rilevanti. Dutton ha sottolineato la necessità di una migliore gestione economica, evidenziando come durante il governo laburista più di 29.000 piccole imprese siano fallite. “Gli australiani devono chiedersi se oggi stiamo meglio rispetto a tre anni fa”, ha dichiarato Dutton, cercando di mettere in luce le debolezze dell’attuale governo.
Entrambi i partiti hanno promesso di ridurre le emissioni di gas serra a zero entro il 2050, ma con approcci molto diversi. Albanese punta sulle energie rinnovabili, come pannelli solari e turbine eoliche, mentre Dutton propone la costruzione di sette centrali nucleari finanziate dallo Stato, una proposta che solleva già polemiche tra le varie fazioni politiche e la popolazione.
La questione degli alloggi
La crisi abitativa è senza dubbio uno dei temi più scottanti della campagna elettorale. Secondo recenti rapporti, il prezzo medio delle abitazioni in Australia è salito vertiginosamente, rendendo difficile per molti cittadini trovare un alloggio a prezzi accessibili. Albanese ha promesso di affrontare questa situazione con un piano di costruzione ambizioso, ma i critici mettono in dubbio la fattibilità delle sue promesse. Dutton, d’altra parte, ha proposto di limitare l’immigrazione per ridurre la domanda di alloggi, una misura che ha suscitato reazioni contrastanti.
Entrambi i candidati sono consapevoli che l’elettorato è particolarmente sensibile a queste tematiche e cercano di presentare soluzioni credibili e pratiche. I cittadini australiani si trovano di fronte a una scelta cruciale, non solo per il loro futuro economico, ma anche per il benessere delle generazioni future.
Le dinamiche elettorali e la possibile formazione del governo
Le elezioni federali australiane si svolgono secondo un sistema di maggioranza assoluta, il che significa che un candidato deve ottenere oltre il 50% dei voti per vincere. Entrambi i candidati potrebbero trovarsi nella necessità di formare una coalizione per raggiungere questo traguardo. La situazione è complicata dal fatto che il Partito Laburista detiene attualmente solo 77 dei 151 seggi della Camera dei Rappresentanti, e la recente ridistribuzione dei seggi ridurrà ulteriormente il numero totale a 150.
Un possibile scenario è che il paese possa vedere la formazione di un governo di minoranza, appoggiato da legislatori indipendenti o da partiti minori. Alle ultime elezioni, un numero record di 19 legislatori non allineati è stato eletto, e la loro influenza potrebbe rivelarsi decisiva. Adam Bandt, leader del partito dei Verdi, ha già dichiarato che i suoi membri potrebbero sostenere un governo di minoranza laburista, a condizione che vengano accolte alcune delle loro richieste, come il divieto di nuovi progetti di estrazione di carbone e gas, e la fornitura di cure dentistiche gratuite.
Le prossime settimane si preannunciano quindi cruciali per il futuro politico dell’Australia. Con una campagna elettorale intensa e temi di grande rilevanza sociale ed economica, il 3 maggio potrebbe segnare un cambiamento significativo nel panorama politico australiano.