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Arrestata in Bangladesh Meghna Alam, ex Miss Bangladesh 2020, finita nei guai per aver minacciato la sicurezza nazionale, secondo quanto riporta la polizia ai sensi dello Special Powers Act. Il padre sostiene che l’arresto è legato al rifiuto di una proposta di matrimonio da un ex ambasciatore saudita. Attivisti criticano le leggi controversie che violano i diritti costituzionali
Meghna Alam, Miss Bangladesh 2020, è stata recentemente arrestata dalla polizia nazionale del Bangladesh, accusata di essere un pericolo per la sicurezza nazionale e i rapporti diplomatici del Paese. L’arresto, avvenuto ai sensi dello Special Powers Act, ha suscitato un acceso dibattito riguardo alla legittimità delle accuse e alle implicazioni per i diritti civili in Bangladesh. La situazione di Alam ha messo in luce le tensioni esistenti tra le autorità e i cittadini, oltre a sollevare interrogativi sull’uso di leggi controverse.
L’arresto di Meghna Alam è stato confermato dal portavoce della polizia, Muhammad Talebur Rahman, il quale ha dichiarato che la giovane avrebbe minacciato la sicurezza dello Stato e avrebbe accusato ingiustamente “persone importanti”, tra cui “cittadini stranieri”. Tuttavia, le circostanze che hanno portato a questa detenzione sono state messe in discussione, in particolare dal padre di Alam, Badrul Alam, il quale sostiene che l’arresto sia una ritorsione per il rifiuto della figlia di sposare un ex ambasciatore saudita. Secondo Badrul, la polizia avrebbe agito su ordine dell’ex diplomatico, alimentando le speculazioni su pressioni politiche dietro l’arresto.
Le reazioni all’arresto di Meghna Alam sono state immediate e forti. Avvocati e attivisti per i diritti umani hanno condannato la detenzione, definendola un atto autoritario che mina i principi di giustizia. Diverse organizzazioni per i diritti civili hanno inviato una lettera aperta al governo ad interim, sottolineando come la detenzione di Alam rappresenti un attacco ai progressi ottenuti dalla rivoluzione studentesca dell’estate scorsa, che ha portato alla caduta del governo dell’ex premier Sheikh Hasina. Questo caso ha messo in evidenza le tensioni tra le autorità e la società civile, evidenziando la necessità di salvaguardare le libertà civili nel Paese.
Lo Special Powers Act è al centro di una crescente controversia in Bangladesh. Questa legislazione, criticata per le sue disposizioni vaghe e per la potenziale violazione dei diritti umani, consente la detenzione senza accuse formali. Amnesty International ha descritto questa legge come “draconiana”, evidenziando come possa portare a detenzioni indefinite. Anche Asif Nazrul, consulente legale del governo ad interim, ha espresso preoccupazione riguardo all’uso di questa legge nel caso di Alam, definendo l’azione contro di lei “non appropriata”. La situazione di Meghna Alam rimane in evoluzione, mentre i gruppi di difesa dei diritti umani continuano a chiedere la sua liberazione e una revisione delle leggi che limitano le libertà civili nel Paese.
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