La giunta militare del Burkina Faso ha annunciato di aver sventato un complotto volto a “seminare il caos”. Il capitano Ibrahim Traoré accusa la Costa d’Avorio di ospitare oppositori. Recentemente, una dozzina di militari sono stati arrestati per pianificare la destabilizzazione del governo
Recentemente, la giunta militare del Burkina Faso ha annunciato di aver scoperto un grande complotto finalizzato a generare un caos totale nel paese. Le rivelazioni sono state fatte dal ministro della Sicurezza, Mahamadou Sana, durante un’intervista alla televisione nazionale, dove ha precisato che le menti dietro questa cospirazione si troverebbero nella vicina Costa d’Avorio.
I dettagli del complotto
Secondo le dichiarazioni ufficiali, l’operazione era pianificata per culminare mercoledì 16 aprile 2025 con un attacco alla presidenza del Burkina Faso, orchestrato da un gruppo di soldati reclutati da avversari del governo. Il ministro ha evidenziato come i servizi di intelligence abbiano svolto un lavoro meticoloso, portando all’arresto di una dozzina di militari, tra cui due ufficiali, accusati di progettare la destabilizzazione del governo burkinabé. Tra i nomi citati, spiccano quelli di due ex ufficiali dell’esercito: il maggiore Joanny Compaoré e il tenente Abdramane Barry, considerati i “cervelli” di questo complotto.
Tensioni geopolitiche
Non è la prima volta che Ibrahim Traoré, leader della giunta, accusa la Costa d’Avorio di essere un rifugio per oppositori e cospiratori. Già in passato, Traoré aveva definito il Paese confinante come un centro di operazioni per destabilizzare il Burkina Faso. Questo contesto di tensione geopolitica non è estraneo alla situazione di instabilità che il Burkina Faso affronta dal 2015, anno in cui il paese è stato colpito da un’ondata di violenza jihadista.
Implicazioni per la sicurezza
La scoperta di questo complotto evidenzia le vulnerabilità della regione e solleva interrogativi sulla sicurezza e sull’integrità del governo burkinabé. Mentre il ministro Sana ha promesso che le autorità continueranno a vigilare attentamente, il clima di sfiducia tra le nazioni del Sahel potrebbe intensificarsi, complicando ulteriormente la già delicata situazione politica e sociale di quest’area dell’Africa.