Vladimir Putin | Photo by Russian Presidential Executive Office licensed under CC BY 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/deed.en) - Alanews.it
Dodici ore di intense discussioni tra rappresentanti di Stati Uniti e Russia si sono svolte in Arabia Saudita, segnando un potenziale passo avanti nei negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina. La delegazione ucraina, presente a Riad per monitorare i colloqui, ha già manifestato la propria disponibilità ad accettare una proposta americana per un cessate il fuoco integrale della durata di 30 giorni. Tuttavia, il vero obiettivo di Mosca sembra essere ben più ambizioso e strategico: ottenere il controllo totale delle quattro regioni ucraine dichiarate annesse nel 2022: Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson.
Secondo quanto riportato dal Moscow Times, le dichiarazioni della delegazione russa durante i colloqui in Arabia Saudita evidenziano chiaramente le intenzioni di Putin. Mosca ha espresso la necessità di garantire un controllo integrale su queste regioni, che, pur essendo state dichiarate annesse, sono governate solo parzialmente dalla Russia. A questo proposito, una fonte vicina al Cremlino ha dichiarato che la costituzione russa non prevede un meccanismo per la secessione delle regioni dalla Russia, rendendo cruciale per il governo russo il mantenimento di questi territori sotto la propria influenza.
Nel frattempo, a Washington, il presidente americano Donald Trump ha sollevato questioni fondamentali riguardanti i confini e il controllo delle infrastrutture strategiche, come la centrale nucleare di Zaporizhzhia. La questione della sicurezza energetica è diventata un tema centrale, dato che la regione di Zaporizhzhia è cruciale per l’approvvigionamento energetico dell’Ucraina e della Russia.
Le strategie messe in campo da Mosca non si limitano alla sola occupazione territoriale. Ci si aspetta che la pressione esercitata dagli Stati Uniti possa influenzare Kiev a ritirare le proprie truppe dalle regioni attualmente occupate dai russi. Potrebbe verificarsi un’operazione di scambio, in cui la Russia cerca di acquisire un controllo parziale su altre aree ucraine, come Dnipropetrovsk o Sumy, offrendo in cambio concessioni nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia.
Le dinamiche di queste trattative si rivelano complesse e cariche di incertezze. Si stima che gli Stati Uniti possano spingere per un accordo di lunga durata, ma la Russia è determinata a stabilire un controllo solido e duraturo nelle aree che considera strategiche. La situazione si complica ulteriormente con la continua escalation dei raid russi, come il recente attacco a Sumy, che ha provocato decine di feriti, dimostrando che le ostilità non si sono affatto placate.
Nelle prossime ore, si prevede che Stati Uniti e Russia emettano una dichiarazione congiunta per fare il punto sui colloqui tenutisi in Arabia Saudita. Si è discusso anche della possibilità di estendere il cessate il fuoco a tutte le attività marittime nel Mar Nero, un’area che ha visto intensi scontri tra le forze ucraine e russe. Tuttavia, le dichiarazioni da parte della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, lasciano intravedere che una vera svolta nei negoziati non è imminente.
La questione della tregua nel Mar Nero, come riportato dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, è stata suggerita direttamente dal presidente Trump e accolta con cautela da Putin. Tuttavia, la reale efficacia di un accordo in questo contesto rimane dubbia, considerati i continui attacchi alle infrastrutture energetiche ucraine. Il Mar Nero, pur essendo recentemente passato in secondo piano nei media internazionali, resta un teatro fondamentale per le operazioni militari, con Kiev che ha ottenuto significativi successi in quest’area, tra cui l’affondamento dell’incrociatore Moskva, la nave ammiraglia della Flotta russa.
La possibile tregua nel Mar Nero potrebbe consentire alla Russia di riprendere l’esportazione di prodotti agricoli e fertilizzanti, approfittando di eventuali esenzioni dalle sanzioni occidentali. Tuttavia, esperti come il deputato dell’opposizione ucraina Oleksiy Goncharenko avvertono che un cessate il fuoco senza la cessazione degli attacchi alle infrastrutture portuali e il lancio di missili dalle navi russe potrebbe rivelarsi vantaggioso solo per Mosca.
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