La recente escalation delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea ha sollevato preoccupazioni, soprattutto per il settore vinicolo europeo. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha minacciato di imporre un dazio del 200% su tutti i vini e altri prodotti alcolici provenienti dall’Europa, in risposta all’intenzione dell’Unione Europea di introdurre dazi sul whiskey americano. Questa situazione si inserisce in un contesto più ampio di rivalità commerciale, innescata dalle politiche tariffarie statunitensi su acciaio e alluminio e ha destato preoccupazione tra produttori e consumatori.
L’innesco della controversia tariffaria
Il 12 marzo 2025, la Commissione Europea ha annunciato l’intenzione di imporre dazi su beni americani per un valore complessivo di 26 miliardi di euro, a seguito delle sanzioni statunitensi. Questi dazi colpiranno vari settori, tra cui:
- Industria automobilistica;
- Settore agricolo;
- Bevande alcoliche.
In particolare, il dazio del 50% sul whiskey americano ha attirato l’attenzione, spingendo Trump a reagire con una minaccia di ritorsione che potrebbe avere conseguenze devastanti per l’industria vinicola europea.
Le dichiarazioni di Trump
La reazione di Trump è stata tempestiva e incisiva. In un post sui social media, ha descritto l’Unione Europea come “una delle autorità fiscali e tariffarie più ostili e abusive del mondo”. Secondo lui l’Unione europea sarebbe nata per “truffare” gli Stati Uniti. “Se la tassa sul whiskey non verrà rimossa immediatamente, imposteremo un dazio del 200% su tutti i vini, champagne e altri alcolici provenienti dalla Francia e da altri paesi dell’UE,” ha dichiarato Trump, sostenendo che ciò sarebbe vantaggioso per le attività vinicole americane.
Impatti economici delle tasse
Le esportazioni di vino dell’Unione Europea verso gli Stati Uniti hanno raggiunto un valore di 4,9 miliardi di euro nel 2024, secondo Eurostat. Questo rappresenta il 29% delle esportazioni totali di vino dell’UE. In particolare, la Francia è il principale esportatore, con quasi la metà delle esportazioni, seguita dall’Italia, che incide per circa il 40%. L’imposizione di un dazio del 200% rischierebbe di ridurre drasticamente il volume delle esportazioni e, di conseguenza, di danneggiare un settore già messo a dura prova dalla pandemia di COVID-19.
Ripercussioni sul settore vinicolo
La minaccia di Trump ha immediatamente influenzato i mercati finanziari, con i futures azionari americani in calo e le azioni delle aziende vinicole europee che hanno subito un ribasso. Gli investitori sono preoccupati per le potenziali conseguenze di una guerra commerciale, che potrebbe portare a un aumento dei prezzi al consumo e a una riduzione della domanda. Le industrie vinicole del vecchio continente hanno espresso la loro preoccupazione, evidenziando come queste misure possano compromettere non solo il commercio di vino, ma anche quello di altri prodotti di alta qualità europei.
La risposta della Commissione Europea
La Commissione Europea ha ribadito la propria posizione, affermando di rimanere aperta a negoziati ma di essere pronta a implementare i dazi programmati. Il portavoce dell’ente ha dichiarato che “tasse più elevate non sono nell’interesse di nessuno” e ha invitato gli Stati Uniti a riconsiderare le proprie politiche tariffarie. L’UE ha anche evidenziato come queste misure tariffarie possano avere un impatto negativo su settori molto più ampi, non limitandosi solo ai prodotti alcolici.
Settori colpiti dai dazi
Oltre ai prodotti alcolici, l’Unione Europea ha previsto dazi su una vasta gamma di beni, tra cui:
- Acciaio;
- Alluminio;
- Tessuti;
- Elettrodomestici;
- Prodotti alimentari come pollame e latticini.
Questa strategia mira a colpire i settori americani più influenti, ma rischia di innescare una spirale di ritorsioni che potrebbe danneggiare entrambi i lati dell’Atlantico. Le industrie degli alcolici e dei cosmetici europei hanno manifestato preoccupazione per il rischio di una guerra commerciale che possa compromettere relazioni consolidate e proficue.