Donald Trump sta valutando di esentare temporaneamente le case automobilistiche dai dazi del 25% sulle auto, per facilitare l’adattamento delle catene di approvvigionamento. L’Ue cerca un accordo con gli Usa mentre Trump annuncia nuove tariffe sui semiconduttori e farmaci. La Casa Bianca propone un taglio del 50% al bilancio del Dipartimento di Stato
Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, si prepara a un nuovo giro di vite nelle sue politiche commerciali, con un focus particolare sui semiconduttori e sui farmaci. Recentemente, ha annunciato l’intenzione di imporre dazi del 25% sui semiconduttori, un settore cruciale per l’industria tecnologica globale. Questa mossa, sebbene già anticipata da Trump, potrebbe avere un impatto significativo non solo sulle aziende americane, ma anche su quelle internazionali, che dipendono da componenti prodotti in Cina. Trump ha sottolineato che, nonostante la sua determinazione a riportare la produzione negli Stati Uniti, ci sarà una certa flessibilità per le aziende che si trovano in difficoltà.
Sospensione dei dazi sulle auto
Contemporaneamente, il presidente ha suggerito di sospendere temporaneamente i dazi sulle auto importate, per dare alle case automobilistiche statunitensi il tempo necessario per adattare le proprie catene di approvvigionamento. Matt Blunt, presidente dell’American Automotive Policy Council, ha dichiarato che le aziende del settore condividono l’obiettivo di aumentare la produzione nazionale, ma avvertono che un’eccessiva pressione fiscale potrebbe ostacolare tale transizione.
Strategie di riduzione della dipendenza
Queste strategie si inscrivono nel più ampio piano di Trump di ridurre la dipendenza degli Stati Uniti da fornitori esteri, in particolare dalla Cina, per prodotti strategici come chip, farmaci, acciaio e alluminio. La questione è complessa, poiché questi settori sono interconnessi in modi che rendono difficile l’implementazione di misure protezionistiche senza conseguenze negative per l’economia interna. La flessibilità promessa da Trump sembra quindi una necessità per evitare un brusco rallentamento dell’industria.
Mediazione dell’Unione Europea
Nel contesto di queste tensioni commerciali, l’Unione Europea sta cercando di mediare e ottenere un accordo che possa prevenire l’escalation della guerra commerciale. Maros Sefcovic, commissario europeo per il commercio, ha recentemente incontrato rappresentanti americani con l’obiettivo di esplorare soluzioni negoziate. L’UE è pronta a discutere la possibilità di zero tariffe sui beni industriali, ma richiede un impegno serio da entrambe le parti.
Nel frattempo, le borse statunitensi hanno mostrato segni di ottimismo, ma il dollaro ha continuato a indebolirsi, alimentando l’incertezza tra gli investitori. L’Europa, pur mantenendo un atteggiamento di apertura al dialogo, ha chiarito che se i colloqui non dovessero portare a risultati soddisfacenti, riprenderà in considerazione le sue contromisure contro i dazi statunitensi, in particolare su acciaio e alluminio.
In un simile scenario, Bruxelles ha anche messo sul tavolo la possibilità di aumentare gli acquisti di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti, un tema che Trump ha sollevato per riequilibrare il deficit commerciale. Questo approccio potrebbe rappresentare un’opportunità per diversificare le fonti energetiche europee, soprattutto in un periodo di crescente tensione geopolitica, legata anche alla situazione in Ucraina.
In questo contesto, è interessante notare come alcuni leader europei stiano considerando di tornare a rifornirsi di gas russo nel caso di un miglioramento della situazione in Ucraina. Queste dinamiche complesse e in continua evoluzione rendono il panorama commerciale globale più incerto, mentre Trump cerca di rivendicare il merito di successi economici, come l’annuncio della produzione di supercomputer di intelligenza artificiale da parte di Nvidia negli Stati Uniti, un investimento che potrebbe raggiungere i 500 miliardi di dollari nei prossimi anni.
In un clima di crescente tensione, l’amministrazione americana ha anche avviato discussioni interne per ridurre drasticamente il budget del Dipartimento di Stato, una mossa che potrebbe influenzare la diplomazia americana e i suoi rapporti con gli alleati. Con il futuro delle politiche commerciali statunitensi così incerto, rimane da vedere come si evolveranno questi colloqui e quali saranno le loro conseguenze a lungo termine per l’economia globale.