Berlino, 16 aprile – Accesa discussione nella Cdu dopo la proposta di Jens Spahn di trattare l’Afd come partito d’opposizione. Alcuni, come il presidente della Sassonia, approvano, mentre altri, tra cui Roderich Kiesewetter, si oppongono a questa strategia
Le recenti dichiarazioni di Jens Spahn, ex ministro della Sanità e attuale parlamentare della CDU, hanno riacceso il dibattito interno al partito riguardo alla gestione dei rapporti con l’Alternative für Deutschland (AfD), il partito di ultradestra tedesco. Spahn ha suggerito che la CDU dovrebbe trattare l’AfD come qualsiasi altro partito di opposizione, un’idea che ha suscitato reazioni contrastanti tra i membri del partito conservatore.
La posizione di Spahn e Kretschmer
A sostenere Spahn c’è il presidente della Sassonia, Michael Kretschmer, il quale ha espresso la necessità di riconsiderare la strategia attuale, definita inefficace. Kretschmer ha affermato che “tutti i partiti democratici centristi hanno motivo di riconsiderare la loro attuale strategia” in un contesto politico in rapida evoluzione. La vicepresidente della CDU, Karin Prien, ha condiviso un punto di vista simile, dichiarando alla Frankfurter Allgemeine Zeitung che l’attuale approccio non ha portato i risultati sperati.
Le resistenze all’interno della CDU
Tuttavia, non tutti i membri della CDU sono d’accordo con questa apertura. Roderich Kiesewetter, parlamentare e esperto di difesa, ha espresso una posizione fermamente contraria, sottolineando i rischi legati a una maggiore legittimazione dell’AfD. Kiesewetter ha avvertito che “i parlamentari dell’AfD non possono essere in nessun caso eletti in commissioni che trattano questioni di sicurezza”, temendo che questo possa portare a una fuga di informazioni sensibili verso gruppi estremisti o stati stranieri.
La situazione elettorale dell’AfD
Un aspetto interessante della questione è che, nonostante il crescente sostegno popolare per l’AfD, il partito non è riuscito a conquistare posizioni di rilievo nel Bundestag, come dimostra il fatto che non ha mai eletto un proprio vicepresidente in Parlamento. Questo fallimento elettorale potrebbe suggerire una certa resistenza da parte dell’elettorato verso la normalizzazione dell’AfD nel panorama politico tedesco.