Si fuma per noia, per ribellione o per piacere, e poi per vizio: il Belgio guida la sfida dell’UE alla riduzione del consumo di tabacco
Con l’adozione di una normativa che, a partire dal 1° gennaio 2025, vieta totalmente la vendita di sigarette elettroniche, sia nei negozi fisici che online, la nazione fiamminga si pone come apripista e dimostra agli altri colleghi europei che l’obiettivo di una “generazione senza fumo” è possibile.
Si tratta di una decisione coraggiosa da parte di Bruxelles, soprattutto considerando lo scetticismo di Paesi come Ungheria e Italia, che vedono una misura così stringente come un’ostruzione delle libertà individuali e un regalo al mercato nero. Eppure, è una misura necessaria, poiché privilegia la protezione della salute dei non consumatori, supporta gli interventi per la cessazione e previene lo sviluppo di nuovi consumatori.
Lo scorso 31 maggio l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dedicato la Giornata mondiale senza tabacco 2024 alla protezione dei bambini “dalle interferenze dell’industria del tabacco”. Proprio bambini e adolescenti sono al centro della questione, in quanto i dispositivi rimossi dal mercato belga sono rivolti principalmente ai giovani come consumatori. Secondo la Commissione europea, circa un quarto della popolazione in UE attualmente fuma, e il 3% afferma di utilizzare attivamente le sigarette elettroniche. In Italia, il 36,6% degli studenti tra i 14 e 17 anni e il 9,6% tra 11 e 13 anni consuma almeno un prodotto tra sigaretta tradizionale, e-cigarette o tabacco riscaldato.
È proprio la fascia di età tra i 14 e i 17 anni a mettere in allarme governi e organizzazioni come l’OMS. Spesso vittime di un marketing spietato, gli adolescenti vengono attratti da vaporizzatori economici (tra i 6 e i 10 euro), colorati e disponibili in una vasta gamma di gusti accattivanti come mango, frutti rossi, menta, cioccolato, mela verde. Dunque, il divieto belga sulle sigarette elettroniche è particolarmente rilevante considerando che: 1. Nel 2022, si stima che il 12,5% degli adolescenti in Europa abbia utilizzato la sigaretta elettronica, rispetto al 2% degli adulti. 2. In alcuni Paesi europei, i tassi di utilizzo delle sigarette elettroniche tra gli studenti sono 2-3 volte superiori ai tassi di consumo di sigarette tradizionali.
Stando ai dati Eurostat, il paese con il più alto tasso di fumo nell’UE è la Bulgaria: il 28,7% della popolazione fuma, ma solo il 14,3% dei giovani bulgari è consumatore di tabacco. La percentuale più̀ alta di fumatori di sigarette elettroniche si registra in Polonia, con un tasso del 4,6%. Gli effetti nocivi del fumo sulla salute sono ormai ben noti. L’obiettivo dell’UE di ridurre del 5% il numero delle persone che consumano tabacco nella popolazione e di creare una prima “generazione senza fumo” entro il 2040 si inserisce nella più ampia sfida politica contro il cancro. Le autorità belghe hanno evidenziato i rischi della nicotina, che può causare dipendenza e compromettere lo sviluppo del cervello. Nello specifico, le sigarette elettroniche possono provocare danni al sistema cardiovascolare e contengono sostanze cancerogene come il litio utilizzato per la produzione delle batterie. Inoltre, sollevano preoccupazioni significative sull’impatto ambientale, poiché spesso non vengono smaltite correttamente. Monouso o ricaricabili con una durata fino a sette mesi, molti dispositivi finiscono nei rifiuti domestici, pur appartenendo ai rifiuti elettronici.
Prima del Belgio, altri Paesi, come la Nuova Zelanda, hanno adottato un approccio “Tobacco-Free Generation” con l’obiettivo di ridurre gradualmente il consumo di ogni tipo di prodotto contenente tabacco e proibirne totalmente l’accesso per certe generazioni. Anche il Regno Unito sta discutendo un disegno di legge che vieterebbe la vendita di tabacco a chiunque sia nato dopo il 1° gennaio 2009.
Dalla generazione Alpha, i futuri giovani-adulti non sarebbero mai autorizzati all’acquisto di tabacco per tutta la vita. Secondo un sondaggio dell’organizzazione britannica Material Focus, ogni settimana vengono smaltite più di 1,3 milioni di e-cigarette usa e getta. Bruxelles ora spinge affinché la Commissione europea estenda misure simili agli altri 26 Paesi dell’UE. Seppure una proibizione totale possa sembrare drastica e limitativa della libertà individuale, un piano di riduzione graduale potrebbe essere una soluzione efficace, almeno per evitare di attrarre nuovi consumatori. Le recenti direttive belghe sul tabacco hanno riguardato anche un ampliamento delle zone ‘no smoking’, estendendo il divieto alle aree circostanti scuole e strutture sanitarie. Una
misura analoga a quella adottata dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che, a causa dei livelli critici della qualità dell’aria, ha introdotto il divieto di fumo all’aperto in tutte le aree pubbliche a partire dal 1° gennaio 2025.
Il divieto di sigarette elettroniche potrebbe rappresentare un passo importante per un sostanziale miglioramento della qualità della vita di molti europei. Eppure, non bastano immagini scioccanti e aumento di tasse sui pacchetti per spezzare la dipendenza dal fumo. La vera sfida nel raggiungere “una generazione senza tabacco” sarà rappresentata dai cittadini stessi; ma i giovani europei saranno disposti a smettere di fumare?
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