Il presidente di El Salvador, Nayib Bukele, ha risposto a Donald Trump con un “Avanti insieme!” dopo aver accolto 17 migranti espulsi dagli Stati Uniti, considerati “criminali”. La maggior parte dei migranti è già incarcerata nel Centro di confinamento del terrorismo.
Il 1° aprile 2025, El Salvador ha accolto un nuovo gruppo di 17 migranti deportati dagli Stati Uniti, segnando un ulteriore passo nella collaborazione tra i due paesi in materia di immigrazione e sicurezza. Il presidente salvadoregno, Nayib Bukele, ha espresso gratitudine nei confronti del suo omologo statunitense, Donald Trump, attraverso un messaggio sui social media, citando la frase “Avanti insieme!” per sottolineare un legame diplomatico sempre più forte. Questa comunicazione è avvenuta in risposta ai ringraziamenti di Trump, il quale ha definito El Salvador un “posto meraviglioso in cui vivere”, nonostante le preoccupazioni internazionali riguardo la situazione della sicurezza nel paese.
Un contesto complesso per le deportazioni
Le deportazioni di migranti dagli Stati Uniti a El Salvador sono un tema complesso che coinvolge diversi aspetti sociali e politici. Negli ultimi anni, il governo statunitense ha intensificato le sue operazioni di espulsione, spesso giustificate con la necessità di combattere la criminalità organizzata e l’immigrazione illegale. In questo contesto, il gruppo di 17 migranti deportati è stato identificato come presunti membri delle organizzazioni criminali Tren de Aragua (TdA) e Mara Salvatrucha (MS-13), due dei gruppi di gang più noti e temuti in America Centrale.
L’operazione di deportazione
Secondo quanto riportato da fonti governative, l’operazione di deportazione è stata condotta nella serata di domenica, con il trasferimento dei migranti direttamente presso il Centro di confinamento del terrorismo (Cecot), una mega-prigione inaugurata recentemente che simboleggia la determinazione di Bukele nella lotta contro le gang. Questa struttura, dotata di misure di sicurezza avanzate, è stata progettata per ospitare un gran numero di detenuti, molti dei quali sono accusati di crimini legati alla violenza e al traffico di droga.