Proteste nella Striscia di Gaza contro Hamas | Pixabay @Cineberg - alanews
Raduni in diverse città della Striscia per protestare contro Hamas e la guerra: la situazione
Ieri, martedì 25 marzo 2025, la Striscia di Gaza ha vissuto una giornata storica, caratterizzata da proteste significative contro Hamas, il gruppo islamista al potere dal 2006. Centinaia di palestinesi hanno manifestato a Beit Lahia, con eventi di protesta anche a Khan Yunis e Jabalia, esprimendo un forte desiderio di cambiamento e chiedendo la rimozione di Hamas. Queste manifestazioni rappresentano un fenomeno raro in un territorio dove la narrativa di Hamas ha dominato a lungo, specialmente dopo l’inizio del conflitto con Israele.
I manifestanti hanno messo in discussione il ruolo di Hamas, accusandolo di aver innescato il conflitto con l’attacco del 7 ottobre 2023 e di non aver cercato un cessate il fuoco. Le recenti proteste si sono svolte in un contesto di intensi bombardamenti israeliani, con attivisti come Ahmed al-Masri che hanno espresso la loro determinazione a continuare le manifestazioni fino a quando “lo spargimento di sangue non cesserà“. Questa crescente insoddisfazione tra i cittadini di Gaza è palpabile, con molti che chiedono una fine alla guerra e alle sue devastanti conseguenze.
Le manifestazioni contro Hamas hanno attirato l’attenzione di figure politiche significative, come Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP). Abbas ha definito le proteste come un chiaro segnale di dissenso contro le politiche del gruppo islamista e ha sottolineato l’importanza di ripristinare il controllo dell’ANP sulla Striscia. Secondo lui, un governo più moderato e laico potrebbe rappresentare una soluzione per la popolazione di Gaza.
In questo clima di malcontento, è emerso un appello per una nuova manifestazione prevista per oggi, mercoledì 26 marzo, con l’obiettivo di fermare la guerra e chiedere ad Hamas di allentare la sua presa sulla Striscia. Questo invito ha trovato risonanza tra i giovani e le donne, categorie che da tempo vivono in una condizione di crescente oppressione.
Hamas, noto per il suo fondamentalismo sunnita, ha implementato leggi ispirate alla sharia, imponendo restrizioni sulle libertà personali, in particolare per le donne. Tuttavia, all’interno dell’organizzazione esistono diverse correnti, alcune delle quali hanno posizioni più moderate rispetto alla questione israeliana. Dal 2006, anno in cui Hamas ha vinto le elezioni, la lotta per il potere con Fatah ha portato a una profonda divisione politica tra Gaza e Cisgiordania.
Secondo il ministero della Salute di Gaza, i recenti bombardamenti israeliani hanno causato un numero allarmante di vittime: 792 morti, di cui 62 solo nelle ultime 24 ore. Il bilancio totale dei morti dall’inizio della guerra supera i 50.000, mentre l’attacco di Hamas contro Israele ha causato 1.218 vittime israeliane. Questi numeri evidenziano la devastazione su entrambi i fronti.
Le proteste nella Striscia di Gaza segnano un momento cruciale nella storia recente della regione. La voce del popolo palestinese, che chiede pace e stabilità, si fa sempre più forte, mentre la lotta politica interna continua a complicare ulteriormente una già difficile situazione. La crescente insoddisfazione della popolazione potrebbe rappresentare una minaccia per l’autorità di Hamas e un’opportunità per un cambiamento significativo nella governance della Striscia.
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