Giornalisti italiani bloccati a Kiev: “Non graditi alla conferenza di Meloni e Zelensky”
Bosco e Sceresini: “Zelensky è consapevole della nostra situazione”
(Kiev). “La situazione è pesante, sono 16 giorni che siamo bloccati. Le voci che sono circolate ci hanno messo in agitazione. Ieri c’è stata la conferenza stampa di Meloni e Zelensky, noi ci eravamo accreditati ma non siamo andati perché immaginavamo si parlasse anche di noi. A conferenza iniziata ci ha contattato la nostra ambasciata avvisandoci che anche se fossimo andati le autorità ucraine non ci avrebbero fatto entrare perché non gradivano la nostra presenza. Il presidente Zelensky è consapevole della nostra situazione. A causa del silenzio delle autorità ucraine sul nostro caso siamo stati costretti a renderlo pubblico. Se l’Ucraina vuole aprirsi al mondo occidentale deve garantire a chi viene qui di poter lavorare e non togliere accrediti senza motivazioni e senza permettere alle persone coinvolte di poter chiarire la situazione. Se passa la cosa che possono vietare a due giornalisti di lavorare in base al fatto che siamo stati in Donbass, dove tra l’altro abbiamo fatto inchieste contro i separatisti e contro i russi, questo è un problema per il giornalismo in Ucraina. Queste cose accadono in Russia, l’Ucraina è un paese democratico e questa è l’occasione per dimostrarlo”. Questo il racconto dei giornalisti italiani Alfredo Bosco e Andrea Sceresini, bloccati a Kiev senza accredito giornalistico. (Fabrizio Rostelli/alanews)
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