Il Gibuti ha annunciato l’espulsione degli stranieri in situazione illegale, esortandoli a lasciare i centri di immigrazione entro fine aprile. La misura, motivata da ragioni di sicurezza e salute, risponde alla crescente povertà e ai pericoli affrontati dai migranti diretti verso il Golfo
Il Gibuti ha recentemente annunciato l’intenzione di espellere gli stranieri presenti illegalmente nel Paese, invitandoli a lasciare il centro di immigrazione prima della fine di aprile. Questa decisione è stata comunicata da Alexis Mohamed, consigliere del presidente Ismael Omar Guelleh, il quale ha sottolineato che “il Gibuti non può far fronte a tutta la povertà del mondo“. La situazione economica e sociale del piccolo stato africano è in continua evoluzione, e le pressioni socio-economiche stanno aumentando.
La posizione strategica del Gibuti
Situato nel Corno d’Africa, il Gibuti è un importante punto di transito per i migranti. Ogni anno, decine di migliaia di persone, principalmente provenienti dall’Etiopia, intraprendono viaggi rischiosi attraverso il Mar Rosso, con la speranza di raggiungere nazioni più prospere del Golfo, come l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. Tuttavia, questi viaggi si rivelano spesso fatali: secondo i dati dell’ONU, nel 2024 almeno 558 migranti sono morti durante queste traversate, a causa delle condizioni precarie delle imbarcazioni e del sovraffollamento.
La campagna di sensibilizzazione
Il ministero dell’Interno del Gibuti ha avviato una campagna di sensibilizzazione per esortare i migranti a lasciare il paese. La decisione di espellere gli stranieri è motivata da preoccupazioni legate alla sicurezza e alla salute pubblica. Mohamed ha dichiarato che non è possibile accogliere un numero sempre crescente di persone in cerca di una vita migliore. Attualmente, il Gibuti ha una popolazione di circa un milione di abitanti, e le risorse disponibili sono già limitate.
Le sfide del fenomeno migratorio
Le difficoltà economiche e le tensioni sociali sono amplificate dalla presenza di migranti, che spesso vivono in condizioni precarie. Questa situazione solleva interrogativi sulle politiche migratorie della regione e sulla necessità di trovare soluzioni sostenibili per affrontare un fenomeno migratorio sempre più complesso e interconnesso con le dinamiche geopolitiche e climatiche in corso. Il Gibuti si trova quindi a un bivio: da un lato, la necessità di proteggere i propri cittadini e, dall’altro, l’urgenza di rispondere a una crisi umanitaria in continua crescita.